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Il giorno e la storia – Da Legnano a Tobruch in Cirenaica, all’Egitto, all’India e ritorno

Giuseppe Carnevali legnanese di 21 anni partì per l'Africa nel 1941, tornò cinque anni dopo fatto prigioniero dagli inglesi

Il giorno e la storia, mese di gennaio

21 gennaio 1941 – Da Legnano a Tobruch in Cirenaica, all’Egitto, all’India. E ritorno a giugno 1946

Giorno di festa a Legnano in casa Carnevali il 17 marzo 1916 per papà Noè e mamma Diamante: è nato Giuseppe. Il bambino frequenta la prima classe di avviamento professionale e sceglie come lavoro di pedalare tutta la vita: diventa ciclista.

La chiamata alle armi, il 13 maggio 1937, lo inquadra nel 69° Reggimento Fanteria e il 18 settembre dello stesso anno parte da Messina per la Tripolitania, sbarcando a Bengasi e un mese più tardi si trova a Tripoli.
Il primo ministro italiano Giovanni Giolitti iniziò la conquista della Tripolitania e della Cirenaica il 4 ottobre 1911 inviando a Tripoli contro l’Impero Ottomano 1732 marinai al comando del capitano Umberto Cagni. Da allora, dopo alterne vicende e una prolungata guerriglia interna, quella parte d’Africa divenne colonia italiana. Con il Regio Decreto del 3 dicembre 1934, tutti i territori dell’Africa settentrionale italiana furono riuniti nel Governatorato Generale della Libia.

L’avventura africana terminò per Giuseppe il 10 novembre 1938, quando finalmente rimpatriò a Napoli e potè dedicarsi nuovamente alla sua amata bicicletta. Almeno per un po’…
Il 9 gennaio 1939 la Libia, fino ad allora colonia, venne incorporata nel territorio metropolitano del Regno d’Italia col nome di Quarta Sponda. Giuseppe, richiamato alle armi, parte nuovamente per la Quarta Sponda il 16 maggio 1940, imbarcandosi a Napoli. Due giorni più tardi è a Tripoli. Il 10 giugno dello stesso anno il Duce proclamerà l’inizio della seconda guerra mondiale per l’Italia e Giuseppe la combatterà in Libia.
Il 20 luglio Giuseppe sbarcherà a Bengasi. Una decina di giorni più tardi verrà nominato caporale.

A gennaio ‘41 le truppe australiane e britanniche, agli ordini di O’Connor, si diressero verso l’ultima piazzaforte fortificata rimasta in mani italiane in Cirenaica: Tobruch. Il nostro concittadino si trovava proprio lì. La città disponeva di una robusta cintura fortificata lunga ben 54 km ma le truppe italiane ivi raccolte erano scarsamente numerose: oltre alla Divisione Fanteria Sirte ancora al completo vi erano pochi reparti di presidio e alcune unità raccogliticce scampate alle precedenti battaglie. Dal mare un obsoleto incrociatore, il San Giorgio, offriva una copertura di artiglieria. Il comandante della piazza, generale Enrico Pitassi Mannella, fece realizzare dei bunker improvvisati facendo interrare in più linee ad arco dei carri armati in avaria: 39 carri M11 e 32 carr L.

Tobruck venne raggiunta dalla 7ª Divisione Corazzata Britannica il 6 gennaio. Tre giorni più tardi la città era completamente circondata.

«Dopo un prolungato bombardamento dal mare e da terra – viene dettagliatamente spiegato su un forum – e una serie di attacchi aerei portati dai bombardieri Vickers Wellington, alle 5.40 del 21 gennaio iniziarono gli attacchi della 6ª Divisione australiana, supportata dai superstiti 18 Matilda del 7° RTR; già alle 7.00 si era aperta una breccia nel settore sudorientale, breccia subito sfruttata dai reparti australiani. I combattimenti furono molto duri, in particolare intorno al semicerchio dei carri interrati, dove le perdite italiane furono elevate; intorno alle 13.00, gli italiani tentarono un disperato contrattacco con l’appoggio degli ultimi 7 M11 ancora in grado di muoversi, riuscendo ad arrestare momentaneamente l’avanzata degli australiani, ma la scarsità di truppe impedì che l’azione potesse avere seguito. Nel tardo pomeriggio entrarono in battaglia i reparti della 7ª Divisione corazzata britannica, che aprirono brecce nel settore occidentale; a sera, quasi metà del perimetro fortificato era ormai nelle mani dei britannici.

Alle 4.15 del 22 gennaio, con i reparti britannici ormai prossimi ad entrare nella stessa Tobruk, l’incrociatore San Giorgio si autoaffondò nel porto della città; intorno alle 16.00 si arrendeva anche l’ultimo caposaldo italiano. Il 13º Corpo d’armata britannico perse circa 400 uomini in tutto, infliggendo agli italiani la perdita di circa 15.000-30.000 uomini (768 morti tra cui 18 ufficiali, 2280 feriti tra cui 30 ufficiali, e 12.000-30.000prigionieri).

Tra i prigionieri, catturato dagli inglesi, c’era anche il legnanese Giuseppe Carnevali. Trascorrerà la prigionia in Egitto fino al 1° agosto 1941 e, successivamente, in India.
Rimpatrierà solo il 29 giugno 1946.

Renata Pasquetto

FONTE: –  Per la biografia di Giuseppe Carnevali

– Per la Battaglia di Tobruch le frasi citate e le fotografie sono tratte da https://metaldetectorhobby.forumfree.it/?t=73573013

Redazione
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Pubblicato il 21 Gennaio 2021
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