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Ex Manifattura di Legnano, la Soprintendenza ha scelto i beni da vincolare

La Soprintendenza ha deciso che l'opificio, la ciminiera, il convitto, gli uffici e il villino del direttore dell'ex Manifattura di Legnano sono da tutelare

ex manifattura legnano

L’opificio, la ciminiera, gli uffici, il convitto e il villino del direttore: la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Milano ha scelto quali parti del complesso da 41mila metri quadri della ex Manifattura di Legnano devono essere considerato di interesse culturale e di conseguenza sottoposte a vincolo per essere tutelate.

I beni vincolati «rivestono interesse storico-artistico particolarmente importante in quanto esempio compiuto di quella che fu in Lombardia l’architettura della produzione, alimentatasi di riferimenti estetici, tecnologici e di organizzazione del lavoro provenienti dall’Inghilterra, affinati ed innestati sulla storia e sulla cultura locale, come efficacemente testimoniato sia dalla volontà di riutilizzo di un edificio storico (palazzo Cambiaghi, trasformato in convitto per le operaie), sia dall’organizzazione planimetrica del complesso, nel suo rapportarsi con la città esistente – ha spiegato la Soprintendenza nella sua relazione -. Gli immobili sono altresì portatori, nel loro articolato rapporto funzionale, di quel paternalismo industriale ormai maturo che affonda le proprie radici teoriche nell’immediato periodo post-unitario, per trovare concretezza agli esordi del Novecento grazie alla volontà di illuminati imprenditori, che crearono nei centri minori delle vere e proprie città-fabbrica, esternazione del rapporto gerarchico tra coloro che vivevano in essa e vi lavoravano».

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Il complesso di via Lega è stato costruito nel 1903 con mattoni importati dall’Inghilterra ed ha fatto da cornice per oltre un secolo alla produzione di filati e tessuti. Ancora oggi è un simbolo del glorioso passato industriale di Legnano, con la sua ciminiera tutta in mattoni alta 70 metri, l’unica ancora esistente in città. La saracinesca è stata metaforicamente abbassata nel 2008 dopo un’attività produttiva più che centenaria e da allora l’azienda è entrata in liquidazione. Contro la procedura però ha pesato proprio l’inesistenza dei vincoli, che mettevano di fatto gli ipotetici acquirenti nell’impossibilità di sapere cosa avrebbero dovuto preservare e cosa no. I primi passi concreti verso la definizione dei beni da tutelare sono arrivati durante il mandato da assessore all’urbanistica Gianluca Alpoggio, dopo che negli anni precedenti c’erano state delle interlocuzioni con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Ora finalmente siamo arrivati al dunque, e la speranza è che questo sblocchi la situazione dell’ex compendio industriale.

«Da quando si è cominciato a parlare di recupero dell’ex Manifattura l’incertezza sul vincolo che avrebbe potuto esprimere la Soprintendenza è stata letta dagli operatori come un disincentivo all’operazione – sottolinea Lorena Fedeli, assessore alla pianificazione territoriale -. Appena questa amministrazione si è insediata ha voluto affrontare il problema contattando la Soprintendenza per verificare l’iter della pratica e apprendendo che a fine novembre il vincolo si sarebbe concretizzato. Adesso ci sono quindi tutte le condizioni affinché una partita urbanistica di primaria importanza per Legnano, vista la centralità di quest’area, possa finalmente conoscere uno sviluppo».

Intanto l’ex Manifattura di Legnano torna all’asta, e stavolta davvero a prezzo di saldo: la cifra necessaria per aggiudicarsi l’immobile di via Lega parte da 3,8 milioni di euro, poco meno di un quinto dei 22 milioni del valore stimato quando la procedura di liquidazione ha preso il via e poi via via “sfumati” mano a mano che le aste andavano deserte. Stavolta il quadro è chiaro: i vincoli sono noti e se c’è qualcuno interessato a farsi avanti adesso ha tutte le carte in tavola per farlo.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Gennaio 2021
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