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Il giorno e la storia – Ercole Fusetti motorista del sommergibile “Alpino Bagnolini”

La storia del sommergibile nel racconto che il motorista legnanese fece alle scuole elementari Cantù

Il giorno e la storia, mese di gennaio

1 gennaio 1941 – Ercole Fusetti motorista navale del sommergibile “Alpino Bagnolini”
Racconta una maestra delle scuole elementari Cantù: «27 gennaio ‘41. Fu in classe invitato da me lo zio di una mia scolarina, Fusetti Ercole motorista navale del sommergibile “Alpino Bagnolini”. Parlò alle mie piccole della gloriosa avventura che visse il sommergibile nelle acque dell’Atlantico nei pressi dell’Irlanda: il primo dell’anno mentre stavano cantando e suonando avvistarono un incrociatore nemico. Per riuscire ad affondarlo gli diedero la caccia per tre ore. E dopo l’incrociatore nemico fu la volta di una torpediniera.

Narrò il loro ritorno passando da Gibilterra ove il mare è tutto una rete ed una mina e dove furono costretti a scendere ad una profondità molto rilevante. Rimasero in immersione 23 ore e quando tornarono alla superficie, in una base spagnola, erano sfiniti, ed avevano la respirazione difficilissima. Ma erano lieti di aver dato una lezione salutare ed indimenticabile all’inglese. Buoni come tutti i marinai, di una bontà che è come la mite possanza delle braccia, preferirono portarsi fino a terra onde dargli degna sepoltura un loro compagno, caduto da una scala e deceduto, piuttosto che buttarlo in mare. E nelle condizioni speciali di aria, il cadavere aiutava ad appestare ed a rendere irrespirabile l’aria dell’ambiente.»

Il sommergibile “Alpino Bagnolini” fu varato il 28 ottobre 1939 nei cantieri navali Franco Tosi di Taranto. Ecco un resoconto più particolareggiato dell’avventura di Ercole Fusetti tratto da conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com.

«1° gennaio 1941 – Dopo aver festeggiato l’anno nuovo, alle 19.20, nel punto 54°13’ N e 13°55’ O, il Bagnolini avvista un aereo prima di potersi immergere. Solo dopo 40 minuti, calato il buio completo, è possibile immergersi in sicurezza, ma frattanto da parte britannica sono stati inviati dei mezzi antisommergibile.
Il Bagnolini scende a 60 metri di profondità, con navigazione silenziosa, ma viene individuato lo stesso; scende allora a 80 metri, ma non riesce a scrollarsi di dosso gli attaccanti. Quando il battello è giunto a 90 metri di profondità, esplode il primo grappolo di cariche di profondità: sei bombe scoppiano vicine allo scafo, facendo saltare i circuiti elettrici (tanto da far mancare la corrente), rompendo la bussola e causando infiltrazioni attraverso sia il portello di torretta che quello per il caricamento dei siluri; per via della mancanza di elettricità, il Bagnolini sprofonda fino a 130 metri, spingendo Tosoni Pittoni, ritenendo prossimo il collasso del battello, ad ordinare aria alla rapida per evitare la distruzione con perdita totale dell’equipaggio, e tentare invece d’ingaggiare le unità nemiche in un combattimento in superficie.
Giunto in superficie alle 20 (20.45 per l’orario britannico), il Bagnolini trova ed ingaggia battaglia con il piropeschereccio armato Northern Pride (munito di un cannone da 102/45 mm); gli lancia contro due siluri, mancandolo, poi lo danneggia con il tiro del proprio cannone, riuscendo così a sfuggirgli. (Per altra fonte, il Bagnolini, mentre è impegnato nel combattimento in superficie contro il Northern Pride, tenta anche di silurare una nave che identifica come un incrociatore ausiliario, pur senza riuscirvi.)
L’ardita azione di Tosoni Pittoni, sebbene priva di risultati, verrà apprezzata sia dal comando italiano che da quello tedesco.

3 gennaio 1941 – Durante la navigazione di ritorno verso la base, il Bagnolini viene attaccato da un bombardiere britannico Bristol Blenheim, che lancia alcune bombe che però non lo colpiscono.
Il Bagnolini comunica poi a Betasom la situazione: la bussola in avaria, quasi tutte le cassette accumulatori danneggiate, vie d’acqua in più punti dello scafo e motori elettrici in dispersione; fa rotta verso sud. A Tosoni Pittoni viene ordinato di cercare di raggiungere Saint Jean de Luz o comunque la costa francese.
Dopo non aver dato notizie di sé per un giorno, il Bagnolini contatta nuovamente Betasom nella notte successiva, riferendo di essere in vista della costa, ma impossibilitato ad orientarsi a causa della bussola in avaria e della tempesta in corso.

5 gennaio 1941 – Il Bagnolini, raggiunto e scortato da aerei e M-Boote, entra trionfalmente a Saint Jean de Luz. Da Bordeaux arrivano a fare un sopralluogo il capo di Stato Maggiore di Betasom, capitano di fregata Aldo Cocchia, ed il tenente colonnello commissario Di Losa, che porta all’equipaggio posta e pane fresco.»

Renata Pasquetto

FONTE:“Alpino Bagnolini” descrizione cronaca 1-5 gennaio ‘41 e fotografie da http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2015/07/alpino-bagnolini.html

– Giornali di classe delle scuole elementari legnanesi dall’archivio personale di Alberto Centinaio.

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Pubblicato il 01 Gennaio 2021
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