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Sfregiato con l’acido dalla ex fidanzata, lo sfogo di Morgante: «Nessuno mi ha aiutato»

Ad un anno e mezzo dall'aggressione con l'acido per mano della ex fidanzata, Morgante racconta la sua solitudine per la campagna contro la violenza di ogni genere di Parabiago

giuseppe morgante

È una sera di maggio dello scorso anno. Giuseppe Morgante, per l’ennesima volta, viene seguito dalla ex fidanzata Sara Del Mastro che da mesi lo perseguita. Si dirige verso casa, parcheggia, scende dall’auto ed è questione di un attimo: la donna gli scaglia in faccia un bicchiere di acido e scappa, e la vita del ragazzo cambia per sempre. Per lui inizia un calvario di interventi chirurgici che ancora adesso non è concluso, per lei, che dopo un’ora si costituirà alla caserma dei Carabinieri di Legnano, si aprono le porte del carcere.

Da quella sera è passato più di un anno e mezzo. Per Sara Del Mastro è arrivata la condanna a 7 anni e 10 mesi di carcere più due anni di libertà condizionata e Giuseppe Morgante racconta la sua solitudine per la campagna contro ogni genere di violenza realizzata dal comune di Parabiago in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, alla quale, insieme a Livia Vivoli, vittima di un’aggressione e di persecuzioni da parte del compagno, e ad Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale sostegno vittime, ha prestato la voce.

«Nessuno ha mai fatto nulla per me, nessuno mi sta aiutando nemmeno per le operazioni che ho ancora in sospeso all’Ospedale Niguarda alle quali non ho i soldi per sottopormi privatamente – racconta Morgante -. Dopo le trasmissioni e le dirette nessuno ha mai cercato di fare qualcosa per me, solo Le Iene si sono mosse all’inizio con una raccolta fondi. E lo Stato dov’è? Capisco che con il Covid stiamo passando qualcosa che per me è come la terza guerra mondiale, ma io cosa devo fare? È un’altra botta sotto le costole».

Nonostante tutto, però, Giuseppe Morgante non si sente una vittima. «Non sono una vittima – ribadisce con forza -: mi è capitato un atto folle da parte di un mostro, ma non mi sento una vittima. Cerco di rialzarmi in tutti i modi possibili, voglio solamente giustizia: se riuscirò un giorno cercherò di aiutare il prossimo non solo a parole ma con i fatti. Spero che riusciremo a cambiare le cose a livello non tanto materiale ma morale nella testa della gente. Serve più umanità, più amore e più rispetto, è fondamentale per riuscire a creare un mondo migliore».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Novembre 2020
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