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Covid, superati i 200 ricoveri nell’Asst Milano Ovest: «Ma nessuno resterà senza cura»

Intervista al direttore medico dr. Eugenio Vignati. Una decina i pazienti in terapia intensiva. I 200 ricoveri tra Legnano, Magenta e Abbiategrasso. L'ospedale di Legnano dovrà prestare il suo personale per la cura intensiva in Fiera Milano

Vignati ospedale Legnano

E’ stata superata la soglia di 200 malati covid ricoverati nell’Asst Milano Ovest. Di questi, una decina si trovano attualmente (dati aggiornati a giovedì 29 ottobre) in terapia intensiva nell’ospedale di Legnano (30 i post disponibili), presidio che divide i pazienti positivi meno gravi con l’ospedale di Magenta e di Abbiategrasso dove è stata scaglionata una quota di sub-acuti. Resta invece covid free l’intero ospedale di Cuggiono, in una logica di rete modulare, inserita in un ben più ampio sistema sanitario regionale, che al momento permette all’azienda ospedaliera «di reggere bene, nonostante gli ospedali siano oggettivamente sotto pressione».

NESSUNO RESTERA’ SENZA CURA – A tracciare il quadro della situazione è il dottor Eugenio Vignati, direttore di presidio degli Ospedali Legnano e Cuggiono il quale tiene fin da subito ad assicurare che, nonostante l’emergenza, nessuno può rimanere senza cura: «A marzo, nella prima fase, su 50 accessi al pronto soccorso 49 erano di pazienti covid già in gravi condizioni – spiega Vignati -. Adesso giornalmente registriamo una media di 150 accessi, il 60%  di questi sono pazienti covid o comunque presenta sintomatologie influenzale e para-influenzali con livelli di gravità meno marcati.  Abbiamo potenziato il sistema di triage e  tutti coloro che arrivano in ospedale a vario titolo e con varie modalità sono puntualmente seguiti dalle diverse equipe.  A Legnano i reparti di Medicina A, B, malattie infettive, ex Mur sono tutti occupati da pazienti covid,  restano  operativi 10 posti della medicina di urgenza dove vengono trattati i casi più gravi di cardiologia o neurologogia, per poi essere mandati a Cuggiono, per le riabilitazioni. Questa visione satellitare e modulata permette di curare tutti». Grande attenzione è stata dedicata anche alla divisione tra i reparti covid e non covid e ai dispositivi protettivi per tutto il personale.

DA LEGNANO 7 ANESTESISTI E 18 INFERMIERI A FIERA MILANO – In questa emergenza l’azienda ospedaliera gioca sicuramente un ruolo rilevante essendo l’Asst Ovest Milano un hub unico e di riferimento da Milano a Varese per chirurgia, neurochirurgia, chirurgia vascolare, cardiologia e strock unit «Tutti i pazienti che hanno le patologie che afferiscono a queste unità operative arrivano da noi – precisa il direttore Medico –  La qualità delle prestazioni, l’ ‘importanza e il volume ci qualificano in questo contesto in maniera molto forte e peculiare e la nostra responsabilità è massima. Ogni giorno viene attiva una unità di crisi e cerchiamo di dare risposte puntuali in rete con tutta la Regione che proprio in questi giorni ci ha chiesto di mandare medici nell’ospedale Fiera di Milano». L’ospedale di Legnano dovrà prestare il suo personale per  per fare funzionare un modulo di 14 posti letto di cura intensiva nei padiglioni della vecchia fiera milanese. Si tratta di 7 anestesisti e 18 infermieri.

DALL’OSPEDALE INFERMIERI PER IL TERRITORIO – La stessa azienda ospedaliera sta predisponendo l’invio di infermieri sul territorio dell’Alto Milanese dove i medici di medicina generale sono già oberati di lavoro e le Usca delle Ats dispongono al momento di soli 4 medici al giorno per seguire i pazienti covid a domicilio in tutta l’area dell’Asst Ovest Milano: «La quota degli infermieri con master è già stata individuata –  conferma Vignati -. Saranno sentinelle in quelle micro-comunità, come asili, scuole e Rsa, dove si evidenzia la necessità di avere un avanposto che permetta di leggere e verificare i bisogni di questa emergenza».

L’ESPERIENZA DI MARZO È SERVITA – I medici dell’Asst Milano Ovest sono stati i primi a trattare il covid con farmaci che oggi sono ritenuti fondamentali, e hanno garantito fin dal subito il «top delle cure»  l’esperienza di marzo, quando i ricoveri covid superavano le 300 unità nel solo ospedale di Legnano e i dati dati relativi alle terapie intensive erano decisamente più alti, ha permesso di  migliorare l’assistenza nei percorsi, nella velocità e nei trattamenti.

LA COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE 4 OSPEDALI – Fondamentale in tutto questo percorso l’aiuto della Fondazione 4 Ospedali che ha raccolto oltre un milione e mezzo di euro in contributi, permettendo l’acquisto di macchinari, protezioni e anche tablet per i pazienti che hanno così potuto restare in contatto con i famigliari nel periodo più duro delle restrizioni. «Negli ultimi sei mesi non abbiamo mai abbassato la guardia – spiega il direttore -. Ricordo ricoveri covid a metà agosto quando eravamo già pronti e lo siamo ancora di più oggi: i malati non arrivano nella fase acuta e possono essere curati prima. Stiamo entrando in una fase favorevolmente evolutiva e sono fiducioso».

IL SISTEMA NON PUÒ NON REGGERE – E se i casi continueranno a crescere esponenzialmente, fino a quando il sistema potrà reggere?: «Il sistema deve reggere. Anzi, il sistema non può non reggere – è la risposta del direttore -. Dobbiamo garantire  le cure, senza limite. La responsabilità però è in ciascuno di noi: se non abbiamo la volontà di mantenere le distanze, indossare le mascherine e igienizzare le mane, certo che il  rischio resta alto».

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 29 Ottobre 2020
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