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Il giorno e la storia: 7 agosto 1944 – Furto “d’autorità”. Stoffe, biscotti autarchici, cavallo e calesse. La GNR indaga…

Le gesta poco edificanti della Muti, “Squadra d’Azione Ettore Muti”, che anche nel Legnanese compivano furti, requisivano anche tessuti, biscotti e cavalli

il giorno e la storia

Nell’universo fascista del dopo-armistizio, con la nascita della Repubblica Sociale Italiana nel nord della penisola, si erano moltiplicati a dismisura i vari gruppi militari armati le cui competenze spesso si sovrapponevano creando competizioni e scontri tra di loro ed ulteriori problemi per la popolazione.

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La GNR Guardia Nazionale Repubblicana era stata istituita l’8 dicembre 1943 “con compiti di polizia interna e militare” cioè controllo dell’ordine pubblico e del territorio, compito proprio dei Reali Carabinieri, e attività varie militari che si sovrapponevano a quelle proprie della Milizia. Il loro più vasto utilizzo fu però indirizzato alla lotta contro i partigiani, a rastrellamenti e rappresaglie al fianco, o meglio agli ordini, degli alleati tedeschi.

La Muti, “Squadra d’Azione Ettore Muti”, fu invece istituita già il 18 settembre 1943 a Milano inglobando alcune squadre di fascisti milanesi di provata fede, elementi della MVSN “Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale” e detenuti per reati comuni provenienti dal riformatorio di Vittuone e dal Carcere Mandamentale di San Vittore a Milano. Aveva compiti di polizia politica e militare e di repressione antipartigiana con esperti torturatori. L’11 dicembre ‘43 venne inglobata nella GNR con la denominazione “Battaglione ausiliario della GNR” rimanendone però sempre distaccata, anche nello stipendio che era almeno 6 volte superiore a quello di un milite repubblichino. Il 18 marzo 1944 cambia nome: si legge sul Corriere della sera che «è costituita con sede a Milano, la “Legione Autonoma Mobile Ettore Muti“, che riassume nei suoi battaglioni permanenti e di riserva, i componenti delle ex squadre d’azione. La legione conserva e potenzia nelle sue formazioni lo spirito volontaristico e il mistico sentimento del sacrificio dello squadrismo, consacrato nelle lotte contro le forze del disordine e su tutti i fronti di guerra.»

A Legnano erano presenti varie realtà armate fasciste e tra esse erano rappresentate sia la GNR sia la Muti.
Vediamo come la Legione Muti legnanese interpretava il “mistico sentimento del sacrificio” e le “lotte contro le forze del disordine”.

Dal Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 22-08-1944 (pagina 40/44).
«Il 7 corrente, alle ore 14,30, a BUSTO GAROLFO (MILANO), un sottufficiale e due militi della legione autonoma “E. MUTI”, di MILANO si presentavano all’abitazione di certo Angelo LATTUADA e, col pretesto di rinvenire armi o munizioni, ne perquisivano la cantina. Quivi trovavano 30 casse di tessuti denunciate fin al 1941 all’Ente competente. Sebbene i regolari documenti accertanti la denuncia fossero stati subito esibiti dal LATTUADA ai predetti militi questi il giorno successivo gli asportavano 18 casse di tessuti per un valore di lire 700 mila circa.
Il LATTUADA denunciava il fatto al distaccamento della G.N.R. di PARABIAGO, che svolgeva tosto le opportune indagini.
Gli autori del furto, militi della legione “E. MUTI” in servizio nella zona (con l’incarico di assistenza al personale addetto alla trebbiatura) sono stati in parte arrestati insieme con una ricettatrice.
In corso indagini per l’arresto degli altri responsabili.
Anche nel legnanese un nucleo di appartenenti alla legione “E. MUTI”, accantonato presso la casa del Fascio di LEGNANO, col compito di sorvegliare i lavori di trebbiature, col pretesto di mantenere l’ordine, opera invece continuamente sequestri di generi anche non soggetti a contingentamento, provocando lagnanze da parte della popolazione.
Giorni or sono veniva infatti fermata un’automobile di un industriale, che aveva a bordo due pacchi di biscotti autarchici destinati alle mense interaziendali di alcune ditte locali; parte dei biscotti erano sequestrati e lanciati quindi ai passanti della frazione di S. Giorgio. I medesimi elementi requisivano pure un cavallo col calesse».

Beh, almeno i biscotti (autarchici! ben poco appetibili!) sono stati mangiati da qualcuno che aveva fame quanto gli operai a cui sarebbero stati destinati. Cavallo e calesse erano evidentemente ben più “appetibili” dei biscotti.

Renata Pasquetto

#ilgiornoelastoria

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Pubblicato il 07 Agosto 2020
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