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Crisi ex Mercatone Uno: lavoratori legnanesi pronti allo sciopero

Shernon che ha presentato domanda di ammissione al concordato preventivo - Domani incontro al Mise e sciopero di tutti i lavoratori della catena ex Mercatone Uno presente in via Sabotino

I lavoratori dell'ex Mercatone di Legnano sono pronti a incrociare le braccia a Roma. Anche il punto vendita di viale Sabotino è infatti coinvolto nella crisi Shernon che, da 9 mesi a questa parte, gestisce i 55 negozi nazionali del noto marchio.

Lo scorso luglio i 34 dipendenti legnanesi erano stati confermati con contratti part-time, a 28/24/20 ore. Ma nell'arco di pochi mesi la situazione è tornata critica.

[pubblicita] La nuova proprietà, infatti, ha deciso di presentare al Tribunale di Milano la domanda di ammissione al concordato preventivo. Di risposta i sindacati di tutte le sigle dei sindacati confederali hanno deciso indire uno sciopero nella capitale. Per il momento, come assicurano dalla Segreteria Filcams Cgil Ticino Olona non è stato dichiarato «nessun esubero a Legnano e non è stata paventata una possibile chiusura. Domani a seguito dell'incontro avremo un quadro più delineato della situazione»

Il presidio sarà organizzato per domani venerdì 18 aprile, in concomitanza dell'incontro previsto tra proprietà e sindacati alle 14 al Ministero dello Sviluppo Economico. Al tavolo di confronto sarà discusso il futuro dei lavoratori coinvolti. 

«Shernon è un'azienda che è stata costituita al fine di acquisire i 55 punti vendita così da salvarli dall'amministrazione straordinaria – spiegano i sindacati -. Ma la situazine è degenerata: alcuni soci hanno abbandonato l'azienda. Nei primi mesi i lavoratori hanno cercato di avere pazienza sperando in un miglioramento. La situazione sta difatto peggiorando: negozi privi di merce, magazzini vuoti, fornitori che hanno ritirato i loro prodotti consegnati. Oltre ai ritardi nel pagamento degli stipendi». 

I sindacati hanno poi precisato che poco più di un mese fa l'amministrazione dell'azienda aveva annunciato che «era prossima a una ricapitalizzazione per un importo di 20 milioni di euro. Una cifra del tutto insuficente per garantire la continuità aziendale. A fronte di ciò abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione».  Poi, il fulmine a ciel sereno: l'azienda ha presentato un'istanza di ammissione al Concordato Preventivo. «Un comportamento vergognoso – affermano i sindacalisti -. A questo punto la responsabilità ricade sul Mise e sui Commissari straordinari: sono loro che dovranno gestire questa drammatica situazione».  

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Aprile 2019
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