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Chiude dopo 125 anni “Frontini Vetri e Cornici”, vetrina storica di Nerviano

Sabato 31 dicembre è stato l'ultimo giorni di attività per il negozio della famiglia Frontini, che ha fatto parte della vita di Nerviano per oltre un secolo

Chiude dopo 125 anni "Frontini Vetri e Cornici", vetrina storica di Nerviano

È il 1897. A Londra Guglielmo Marconi brevetta la radio, viene inaugurato il Teatro Massimo di Palermo, Bram Stoker dà alle stampe “Dracula” e a Torino un gruppo di studenti fonda la Juventus. Inizia lì – o forse addirittura qualche anno prima – la storia di amore tra la famiglia Frontini e le cornici, che ora è arrivata ai titoli di coda. Certi amori, però, non finiscono mai, e anche se la saracinesca di “Frontini Vetri e Cornici”, vetrina “storica” di Nerviano, sabato 31 dicembre si è abbassata per l’ultima volta, la passione di Celestino Frontini per la “sua” arte è ancora tutta lì, come il primo giorno, nella voce a tratti commossa con cui ci racconta i 125 anni di vita dell’attività della sua famiglia

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«Abbiamo trovato una fattura fatta dal nonno nel 1897, non sappiamo nemmeno come si sia conservata fino ad oggi – racconta Celestino Frontini -. Molto probabilmente, però, l’attività esisteva già negli anni precedenti: ad avviarla è stato proprio il nonno, che faceva come suo padre il falegname. Il lavoro legato ai vetri è iniziato invece nel periodo della guerra e lo ha poi portato avanti e sviluppato mio padre. Già in quegli anni si facevano cornici, principalmente per le immagini sacre, ma sopratutto qui, alla periferia di Milano, era ancora un’attività molto particolare».

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Non ci sono “solo” vetri e cornici, però, nel curriculum della famiglia Frontini. «Per un certo periodo negli anni ’80 abbiamo associato al negozio anche una galleria grazie ad un conoscente che faceva da direttore e ci consigliava cosa proporre – prosegue il titolare -: organizzavamo quattro mostre l’anno, anche abbastanza particolari come quella dedicata a maschere e costumi teatrali, e a volte abbiamo invitato anche le scolaresche. A Natale mi è sempre piaciuto presentare anche dei presepi, uno di quelli allestiti quest’anno era di mio padre, ancora con le case in legno, il muschio e le stalle dei Conti Caccia. Ricordo che Paolo Caccia Dominioni, peraltro, veniva nel nostro cortile e dava le caramelle ai bambini: mio padre aveva realizzato una cornice piccola e molto alta fatta apposta per i suoi disegni».

In oltre un secolo di storia nel negozio di piazza Italia si sono alternate tre generazioni e dalle sue vetrine la famiglia Frontini ha visto Nerviano cambiare, senza permettere però mai al tempo di cambiare la sua filosofia. «Abbiamo sempre puntato su serietà, coerenza e, mi permetto di dire, buon gusto – spiega Frontini -: una cornice veste la casa, dà completezza ed identità, e un lavoro bello, con una cornice adeguata, dà anche orgoglio, distingue chi ha in casa l’opera. Il nostro è un lavoro manuale che per le nuove generazioni, abituate alla velocità di internet, può anche risultare complicato da comprendere: la capacità si acquisisce nel tempo, ma ci vuole la pazienza nel capire e nell’accostare i lavori alle cornici anche perché nel tempo il gusto delle persone è cambiato moltissimo e negli anni abbiamo fatto anche lavori molto particolari».

Ora, però, dopo 125 anni è arrivato il momento di abbassare definitivamente la saracinesca e un altro pezzo di storia del paese se ne va. «La carta di identità non scala gli anni e va anche considerato che io e mia moglie facciamo lo stesso lavoro ma abbiamo due attività diverse e la doppia gestione ormai iniziava a farsi sentire, anche se dopo 125 anni viene il magone al pensiero – conclude il titolare -. Sabato (31 dicembre, ndr) ho pianto per tutta la mattinata ma devo ringraziare, come sempre, i clienti che ci hanno aiutato e supportato finora. Anzi, ancora in questi giorni qualche persona bussa alla saracinesca per qualche lavoro. Purtroppo con la nostra chiusura ci saranno altre due vetrine chiuse e così il paese muore: il nostro è un lavoro completamente diverso da quello, ad esempio, di parrucchieri, bar o panettieri, ma è comunque un’attività chiusa e chi vuole uscire a passeggiare se trova vetrine si ferma, altrimenti va altrove».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Gennaio 2023
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