Taglio del nastro per la nuova panchina rossa contro la violenza sulle donne a San Giorgio su Legnano, inaugurata nei giorni scorsi nell’ambito delle iniziative organizzate in paese per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Iniziative che hanno spaziato dagli abiti alla musica, ma sempre con il filo rosso del messaggio che hanno portato con sé: stop alla violenza, di qualsiasi tipo di violenza si tratti.

La panchina, collocata in piazza IV Novembre, è stata restaurata dalla cooperativa sociale La Ruota, che ha realizzato anche uno “scaffale rosso” collocato all’ingresso della biblioteca, nuova cornice per pubblicazioni a tema contro la violenza di genere. Non solo: i ragazzi della onlus, infatti, hanno anche realizzato i braccialetti rossi distribuiti durante tutte le iniziative organizzate nei giorni scorsi, che riportano la frase “Non sei sola” e il numero 1522, ovvero il numero gratuito e attivo 24 ore su 24 del servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Per dare il benvenuto al nuovo simbolo anti-violenza San Giorgio ha scelto – accanto alle parole del sindaco Claudio Ruggeri, dell’assessore alle pari opportunità Monica Lazzaroni e dell’assessore alla cultura Cristiana Comerio Colombo, che hanno ricordato come accanto ai numeri ufficiali sulla violenza di genere ci siano altrettante storie “non ufficiali” e la «necessità di aiutarsi, soprattutto in una piccola comunità, contro qualsiasi genere di violenza» – di leggere l’ultima pagina del libro “Per il mio bene” di Ema Stokholma.

La colpa non è solo del genitore, purtroppo. La colpa è anche delle maestre, dei vicini, la colpa è vostra ed è mia. Non è che, perché abbiamo paura di accettarle, certe cose non accadono. Possiamo provare ad aiutare, con una domanda in più, un ascolto maggiore, e quando serve una segnalazione o una denuncia. E non aiuteremo solo il bambino, aiuteremo anche il genitore, una persona con problemi psichici, che deve essere fermato e se possibile curato. Come sarebbe dovuto succedere a mia madre. È per questo che ho voluto condividere la mia storia, per dirvi di non farvi i fatti vostri.

La nuova panchina rossa è l’ultimo tassello di un mosaico di iniziative che aveva iniziato a comporsi già dalla scorsa settimana, quando in comune era stata inaugurata la mostra “Com’eri vestita?”, esposizione portata in Italia nel 2013 dall’associazione Libere Sinergie che racconta al pubblico storie di abusi attraverso abiti che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Al taglio del nastro era seguito il concerto “Note stuprate” a cura di Maurizio Padovan, organizzato dalla sezione cittadina dell’ANPI, che attraverso un filmato e le note del violino aveva raccontato al pubblico come già nel ‘400 le donne venissero sottomesse.