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Busto Garolfo, taglio del nastro per la nuova sala consiliare intitolata al “2 giugno 1946”

La nuova sala consiliare di Busto Garolfo è stata realizzata grazie ad un intervento di riqualificazione del primo piano dello stabile che ospita la Polizia Locale

Inaugurazione nuova sala consiliare Busto Garolfo

2 giugno 1946, gli Italiani scelgono di far diventare l’Italia una Repubblica dopo 85 anni di regno dei Savoia, venti dei quali passati sotto la dittatura fascista. È una data che segna la storia del nostro Paese, non solo perché si stacca la spina alla monarchia ma anche perché per la prima volta in tutto lo Stivale alle urne ci vanno anche le donne, che da lì in poi vedranno cadere una dopo l’altra nei decenni una serie di barriere culturali nella direzione di una parità di genere che ancora oggi troppo spesso manca. Da oggi il 2 giugno “rivive” una volta in più nel Legnanese grazie alla nuova sala consiliare di Busto Garolfo, che di quella ricorrenza porta il nome dopo l’inaugurazione e l’intitolazione alla presenza di tanti cittadini e di sindaci e assessori dell’Alto Milanese, sulle note fatte risuonare in piazza Concordia dalla Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri “Lombardia” e dal corpo musicale Santa Cecilia.

Inaugurazione nuova sala consiliare Busto Garolfo

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«Inauguriamo oggi la nuova sala consiliare, la massima assise cittadina, il luogo in cui su delega dei cittadini i componenti del consiglio comunale democraticamente eletti fanno scelte importanti che riguardano tutta la nostra collettività. Questo è il luogo in cui maggioranza e minoranza discutono, talvolta anche aspramente ma sempre nell’intento di dare voce ai cittadini e rappresentarli – sono state le parole del sindaco Susanna Biondi al momento del taglio del nastro -. Questo è anche il luogo in cui prima di qualsiasi atto un sindaco appena eletto si presenta e giura fedeltà alla Costituzione italiana: la sala consiliare rappresenta certamente un luogo di alto valore istituzionale. Con la scelta di collocare qui la nuova sala consiliare abbiamo voluto recuperare un bene comunale che da diversi decenni era del tutto inutilizzato, abbandonato e sempre più malconcio: una scelta di buon senso, perché prima di spendere soldi pubblici per nuove costruzioni è saggio curare quello che già si ha, senza sprechi di risorse finanziarie e senza andare a consumare inutilmente nuovo suolo».

Il nuovo parlamentino cittadino è stato infatti realizzato grazie ad un intervento di riqualificazione del primo piano dello stabile che attualmente ospita gli uffici della Polizia Locale. I locali erano stati acquistati dalla BCC di Busto Garolfo e Buguggiate nel 2003, quando ormai erano in disuso già dal 1994; nel 2006 la giunta dell’allora sindaco Giovanni Alli aveva dato il via ad una prima tranche di interventi di «risanamento conservativo ed adeguamento tecnologico» proprio in vista del trasferimento degli agenti al piano rialzato, adeguando gli impianti, eliminando le barriere architettoniche e mettendo mano a serramenti e pavimentazione. Nulla, però, finora era stato fatto per gli spazi del primo piano.

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I lavori, che complessivamente sono costati circa 180mila euro, hanno comportato la sistemazione della copertura, l’adeguamento degli impianti, l’abbattimento delle barriere architettoniche con l’installazione di un ascensore, la realizzazione di una nuova scala di accesso al primo piano, il rifacimento di serramenti e pavimenti e la sistemazione dei servizi igienici, oltre alla dotazione di nuovi arredi dal momento che quelli fino ad oggi in uso rimarranno nella vecchia sala consiliare di via Magenta, destinata ad essere messa a disposizione della cittadinanza per l’organizzazione di attività socio-culturali e ricreative per la cittadinanza e attualmente interessata insieme dall’ala della villa comunale che le è contigua da un intervento di riqualificazione.

I locali di piazza Concordia, come dicevamo, avranno per nome una della date più importanti per la storia d’Italia. «Il 2 giugno 1946 gli italiani decretarono la fine della monarchia e la nascita della Repubblica – ha spiegato la prima cittadina -. Ci eravamo appena lasciati alle spalle il periodo oscuro della dittatura fascista e con quel voto gli italiani decisero di non essere più sudditi, di non essere più governati da un re che nessuno aveva scelto. Anche Busto Garolfo scelse in maniera chiara e netta. Votarono 5.132 elettori su 5.319 aventi diritto, la partecipazione al voto fu del 96,5%: in 3.475 scelsero la Repubblica, ovvero il 68%, quello che oggi definiremmo un plebiscito. Quella scelta portò per naturale conseguenza alla nascita della nostra Costituzione. L’intitolazione di oggi non vuole essere solo la celebrazione storica di una data, perché i valori e i pensieri di quel momento storico glorioso appartengono ancora oggi a tutti noi: la nostra società di fatto non è riuscita a mettere pienamente in atto i principi della Carta Costituzionale, tanta strada è stata fatta ma molta di più ne rimane da fare».

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«Altro elemento di grande significato che ci ha fatto scegliere questa intitolazione – ha aggiunto Susanna Biondi – è che il 2 giugno 1946 per la prima volta in tutta Italia votarono anche le donne e dopo pochi giorni 21 donne varcarono la soglia dell’emiciclo di Montecitorio per partecipare ai lavori dell’assemblea costituente. Dal 1946 abbiamo fatto un bel cammino, progressi di cui possiamo essere orgogliosi, ma non dobbiamo accontentarci: quel percorso va continuato e va garantita una reale parità di genere che ancora non c’è. Il 2 giugno 1946 creò le fondamenta per una società democratica, che ricerca pace libertà e giustizia, ma quel 2 giugno 1946 continua ad essere la via maestra anche per noi, per continuare a cercare di costruire un mondo migliore».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Ottobre 2021
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