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Nerviano, Legambiente scrive al consiglio comunale: «Priorità al verde pubblico»

Il Circolo Legambiente di Nerviano nei giorni scorsi ha inviato ai consiglieri comunali una lettera per sollecitarli a prendere posizione sulla gestione del verde pubblico

alberi

Il Circolo Legambiente di Nerviano porta sul tavolo del consiglio comunale la gestione del verde pubblico in paese. Il Cigno Verde nei giorni scorsi ha inviato ai consiglieri comunali una lettera per sollecitarli a prendere posizione su un tema che «dovrebbe accomunare tutti», soprattutto «in questo preciso momento storico, dove la politica parla sempre più frequentemente di ambiente e transizione ecologica e la cura e l’incremento del verde, urbano e non, è di grande importanza per il conseguimento degli obiettivi nazionali ed europei del 2030».

Recentemente, infatti, a Nerviano sono stati abbattuti diversi alberi e nonostante interventi di questo tipo siano inevitabili quando ci sono problemi di sicurezza Legambiente invita a procedere con i piedi di piombo. «Recentemente il patrimonio verde nervianese ha subito un deciso impoverimento a causa di diversi abbattimenti di essenze arboree sul territorio comunale – scrive Legambiente, che sempre più spesso viene chiamata in causa dai cittadini per informazioni sugli interventi relativi al verde, sia pubblico che privato -. In alcuni casi si è trattato di alberi monumentali, come il cedro del Libano di via Baracca (giusto nei pressi della Torre, simbolo di Nerviano) e gli storici pioppi di via Marzorati. Ma anche altri abbattimenti nel capoluogo e nelle frazioni stanno incidendo profondamente sul paesaggio e la vivibilità urbana nervianese. La sensazione è quella che potature generose, o peggio capitozzature, abbiano come conseguenza la progressiva insorgenza di patologie, per via dello stress generato dalle mutilazioni degli alberi. È del tutto evidente che l’ammaloramento del fusto o delle radici possa costituire un problema di sicurezza statica e quindi conduca inevitabilmente ad abbattimenti dolorosi. Non vorremmo però che ciò costituisca un alibi per interventi invasivi ed errati, dal momento che in diversi casi, successivamente al taglio, non si notano malattie o carie vegetali. Poiché qualunque intervento dovrebbe essere supportato da un parere favorevole all’abbattimento dell’albero da parte di un dottore agrario, ci sembra emblematico che tutto ciò si verifichi cosi spesso».

Non solo. Molte volte agli abbattimenti non fanno seguito con la stessa rapidità il ripristino e le nuove piantumazioni. «Al di là della correttezza o meno degli interventi, che andrebbero valutati caso per caso, facciamo notare che alla solerzia negli abbattimenti non segue altrettanta cura nella sostituzione, ripristino o implementazione del patrimonio forestale – aggiunge il Cigno Verde -. Siamo inoltre consapevoli, che un esemplare pluridecennale o centenario, rappresenta un valore ambientale, storico ed economico che un solo giovane alberello non può sostituire. L’auspicio è quindi che si intraprenda una campagna di piantumazioni mirata, con l’introduzione di sole specie autoctone, adeguate ai terreni e alle aree libere, favorendo al massimo l’ambientamento di piante ed arbusti con innaffiature estive di soccorso e corretta gestione». Anche perchè «gli alberi costituiscono il più naturale e più economico strumento a disposizione, per mitigare gli effetti del surriscaldamento globale in  atto» e «di conseguenza la cura e l’implementazione del patrimonio forestale, dovrebbe essere tra le priorità della pubblica amministrazione ad ogni livello».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Marzo 2021
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