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Comuni in “arancione rafforzato”, la protesta dei sindaci: «Nessuno ci ha informato»

Una settantina di sindaci hanno scritto al presidente lombardo Fontana dopo aver appreso dai giornali il passaggio di numerosi comuni in arancione rafforzato

Regione Lombardia

Nell’Italia a fasce gialle, arancioni e rosse, succede che un cambio di colore inneschi una polemica istituzionale. E così in Lombardia è bagarre tra comuni e regione dopo che lunedì 1 marzo un’ordinanza del presidente Attilio Fontana ha “tinto” di arancione rafforzato una cinquantina di comuni lombardi, i cui sindaci hanno appreso la novità da giornali e telegiornali e non da una comunicazione istituzionale.

I primi cittadini hanno preso carta e penna e hanno scritto al Pirellone per dare voce a tutto il loro malcontento. Le firme in calce alla lettera in poche ore si sono moltiplicate: sono in tutto una settantina i sindaci che hanno condiviso l’appello, tra cui Susanna Biondi di Busto Garolfo, Roberto Colombo di Canegrate, Paola Rolfi di Dairago, Lorenzo Radice di Legnano, Michela Palestra di Arese, Luca Elia di Baranzate, Andrea Tagliaferro di Lainate, Angelo Bosani di Pregnana Milanese, Maria Rosa Belotti di Pero, Pietro Romano di Rho e Guido Sangiovanni di Vanzago. Francesco Vassallo di Bollate, uno dei comuni interessati dall’ordinanza, è invece uno dei primi firmatari.

«Con sorpresa abbiamo appreso – solo dai telegiornali e dai giornali, locali e non – che alcuni comuni della Città Metropolitana di Milano sono stati classificati “arancione scuro/rafforzato” attraverso la sua ordinanza odierna (lunedì 1 marzo, ndr) – scrivono i sindaci -. Nel fare ciò, nessuno ha pensato bene di informare i sindaci dei comuni interessati, benché massime autorità locali di salute pubblica. Per noi non si tratta solo di uno sgarbo istituzionale. Toccherà infatti ai sindaci applicare – e far rispettare – nei propri territori decisioni che avranno importanti ripercussioni sulla vita di cittadini, famiglie e attività economiche in una fase avanzata della pandemia».

«Riconoscere il ruolo dei sindaci e dei comuni significa confrontarsi preventivamente e prendere decisioni condivise al fine di spiegare al meglio il senso delle misure adottate e metterci nelle condizioni di dare risposte – continuano i primi cittadini -: solo così si può dare forza ai provvedimenti, stemperare la tensione sociale alzando il livello della collaborazione istituzionale per perseguire il bene della comunità, a maggior ragione dopo un anno di fatiche e dolori. Non aver condiviso la situazione per tempo crediamo sia irrispettoso per l’attività che quotidianamente svolgiamo per il territorio e quindi chiediamo a lei e alla sua giunta di rispettare il nostro ruolo, soprattutto quando le sue scelte ricadono in modo diretto sulle nostre comunità».

La speranza dei sindaci ora è che situazioni simili non si ripetano più. «Confidiamo che mai più succeda una situazione simile – concludono i primi cittadini – e la invitiamo ad aprire un canale di informazione diretto con i territori e quindi con i sindaci stessi».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Marzo 2021
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