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Bar e ristoranti, nell’Alto Milanese c’è chi protesta riaprendo e chi con la chiusura

Una decina i locali che che potrebbero aprire da venerdì per protesta. La maggioranza dei ristoratori ha aderito all'hashtag #ionoapro per protestare nelle regole

Generica 2020

Anche i ristoratori e i baristi dell’Alto Milanese sono sul piede di guerra contro le nuove restrizioni al vaglio del Governo, tra cui lo stop dell’asporto dopo le 18 per i bar, ma sono due e ben distinte tra loro le modalità di protesta. C’è chi sta rispondendo alla chiamata che viaggia sui social con l’hashtag #Ioapro, e venerdì potrebbe tenere aperto il proprio locale senza autorizzazione e contro le norme, e chi invece, la stragrande maggioranza, ha scelto l’arma opposta, sposando l’hashtag #Iononapro che raccogliere tutti coloro che hanno intenzione di «far sentire le proprie idee in modo civile e senza violenza».

«Stando alle informazioni che abbiamo in questo momento – fa sapere il presidente di Confcommercio, Paolo Ferrèsarebbero una decina le realtà del territorio che potrebbero aprire da venerdì. Pur sostenendo le ragioni del loro dissenso, come associazione di categoria siamo contrari a queste forme di disobbedienza sociale che ritengo possano diventare pericolose. Per questo dissuadiamo chi sta pensando di tenere aperti i propri bar o ristoranti a non farlo: lo diciamo anche per il loro interesse, poichè rischiano sanziono e verbali. Come associazione siamo convinti che bar e ristoranti possano rimanere aperti ma nelle regole, aprendo un tavolo e una discussione con chi ci Governa».

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Differente la posizione di chi sta lottando, ma appunto nelle regole: «Il nostro obiettivo – spiegano Marco Poli, presidente della rete del Buongusto e Ronca Simona, presidente degli albergatori della Milano che Conviene, tra i promotori della protesta #iononapro alla quale hanno aderito la maggior parte dei ristoratori dell’Alto Milanese – non è quello di non rispettare le regole ma di alzare la voce in modo civile e senza violenza, e chiedere un serio e reale intervento del Governo, al quale chiediamo di farci aprire in sicurezza. Per farlo siamo disposti a munirci di ogni precauzione, anche a sottoporre i clienti ai tamponi rapidi. Così non possiamo andare avanti: o si trovano soluzioni per farci riaprire o resteremo chiusi ora per restare aperto domani»

«I ristori ricevuti fino ad oggi non sono sufficienti per coprire i costi dei dipendenti, pagare bollette che continuano a lievitare, e la Tari che siamo comunque tenuti a pagare – lamenta Poli –  A dicembre si è lavorato un pò, ma l’ asporto è dimezzato. Il Governo deve ascoltarci: dobbiamo aprire un confronto responsabile e costruttivo con il Governo e, in caso di chiusura, ottenere ristori adeguati. Siamo però convinti che le soluzioni per rimanere aperti ci possano essere e lotteremo per questo». Per aderire all’iniziativa è stati aperti due canali telegram “Ionoapro” e “Noi ci siamo, Ho.re.ca Uniti”

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Gennaio 2021
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