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Parabiago darà alle stampe un libro su Libero Ferrario e Giuseppe Saronni

Parabiago festeggerà il centenario della maglia iridata di Libero Ferrario con un libro sul percorso sportivo e le vittorie sue e di Giuseppe Saronni

libero ferrario parabiago

È il 25 agosto 1923, a Zurigo Libero Ferrario batte in volata i compagni di fuga e alza le braccia al cielo sotto il traguardo del 3° Campionato del mondo di ciclismo su strada nella categoria dilettanti, diventando il primo italiano a vestire la maglia iridata. Alle soglie del centenario di una vittoria storica, Parabiago ha deciso di rendere omaggio al “suo” campionissimo con un calendario di eventi che arriverà fino al 2023 e per farlo nei mesi scorsi ha dato vita ad un comitato ad hoc. E ora al ventaglio di iniziative si aggiunge anche un libro sul percorso sportivo di Libero Ferrario e di Giuseppe Saronni, che di titolo mondiale a Parabiago ne ha portato un secondo, questa volta tra i professionisti, il 5 settembre 1982 mettendo tutti in fila all’ultimo chilometro della prova in linea con quella che è passata agli annali come la “fucilata di Goodwood”.

Il progetto proposto dal comitato di mettere nero su bianco le vittorie mondiali dei due campioni è nato proprio da una proposta del comitato ed è stato ritenuto «di interesse storico e culturale» da Piazza della Vittoria, che ha quindi dato il via libera ad «una pubblicazione che contribuisca alla crescita delle conoscenze sportive legate al mondo del ciclismo, fortemente sentito sul territorio, rendendo tutti compartecipi del valore e del ruolo di questi due personaggi parabiaghesi illustri». Referenti del percorso di ricerca che porterà alla stesura del testo saranno i giornalisti Marco Pastonesi, a lungo editorialista de La Gazzetta dello Sport e “penna ufficiale” del Giro d’Italia, e Claudio Gregori, altra firma della “Gazza” per Giro d’Italia e Tour de France.

giuseppe saronni a parabiago
Giuseppe Saronni a Parabiago per l’inaugurazione del Museo del Ciclismo

Nato nel 1901 a Parabiago, Libero Ferrario fin da bambino è sempre stato un grande appassionato di sport. La storia d’amore tra il campionissimo e la bicicletta, che lo ha visto vestire anche la maglia dell’U.S. Legnanese, lo ha portato negli anni ad un palmares di vittorie di tutto rispetto tra cui spiccano, oltre al titolo iridato, due vittorie alla Coppa Bernocchi (1922 e 1923), una alla Tre Valli Varesine e una al Piccolo Giro di Lombardia. Morto di tisi a 29 anni non ancora compiuti nel 1930, la sua memoria è ancora oggi vivissima nella sua città natale, dove gli è stato intitolato il centro sportivo di viale Marconi e ogni anno viene disputata in sua memoria la Targa Libero Ferrario, che quest’anno taglierà il traguardo dell’87° edizione.

Quello di Giuseppe Saronni, invece, nato a Novara nel 1957 e cresciuto a Buscate, è stato uno dei nomi di punta del ciclismo italiano e mondiale tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, quando ha infiammato le strade della Penisola – e non solo – dando vita ad una lotta senza quartiere con l’altro campionissimo di quegli anni, Francesco Moser, e ha all’attivo, tra le altre, la vittoria di due Giri d’Italia, una Milano-Sanremo, un Giro di Lombardia e una Freccia Vallone oltre al titolo iridato. È stato proprio lui, la scorsa estate, a tagliare il nastro per inaugurare il museo del ciclismo della città della calzatura insieme al sindaco Raffaele Cucchi e all’assessore alla cultura Barbara Benedettelli.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Maggio 2022
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