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Coronavirus, il vaccino di Moderna efficace al 95%

Dopo quelli di Pfizer-BioNTech, presentati i dati di efficacia di un secondo vaccino contro il Sars-CoV-2. I primi 100 milioni di dosi negli Usa

Vaccino anti influenzale

Un’efficacia pari al 95%, il che significa che ogni 100 pazienti vaccinati 95 hanno sviluppato anticorpi contro il Sars-CoV-2: questo indicano i dati relativi allo studio di fase 3, l’ultima prima dell’autorizzazione alla commercializzazione. Lo ha annunciato Moderna, azienda americana di biotecnologie, che aveva iniziato la sperimentazione di un vaccino nel marzo scorso.

Il farmaco in questione nasce da un’operazione di ingegneria genetica. Ai soggetti che hanno partecipato alla sperimentazione è stata infatti inoculata una specifica stringa di RNA messaggero del virus. Nello specifico, si tratta delle ‘istruzioni’ per costruire quel recettore che si trova sulla superficie del virus e che permette al sistema immunitario di riconoscerlo come un nemico da combattere. E che innesca quindi la produzione di anticorpi contro il nuovo coronavirus.

Si tratta del secondo annuncio relativo all’efficacia di un vaccino contro il Sars-CoV-2 nel giro di pochi giorni. La scorsa settimana Pfizer aveva reso noti i dati della fase 3 di un prodotto sviluppato in collaborazione con BioNTech, che è risultato efficace al 90%. Un vaccino che richiede due inoculazioni e del quale l’Italia riceverà 3,5 milioni di dosi, sufficienti ad immunizzare 1,7 milioni di persone.

Farmaco la cui distribuzione comporta però alcune complicazioni logistiche, dato che deve essere conservato a una temperatura di 80 gradi sotto lo zero. Complicazioni che non riguardano invece il vaccino di Moderna, che si conserva per 30 giorni tra i 2 e gli 8 gradi centigradi, una temperatura garantita da un comune frigorifero domestico.

Una sperimentazione costata 1,5 miliardi di dollari, con un finanziamento da parte del governo americano di 1 miliardo di dollari. In cambio, Moderna si è impegnata a fornire 100 milioni di dosi del vaccino, che al momento è al vaglio della Food & Drug Administration, l’equivalente americano dell’Agenzia italiana del farmaco, per la messa in commercio.

Redazione
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Pubblicato il 16 Novembre 2020
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