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Baff 2020: un’edizione speciale in un weekend con Bisio, Mogol e i Legnanesi

Quest’anno il Busto Arsizio Film Festival propone un weekend di appuntamenti in presenza. Si terranno il 9, 10 e 11 ottobre al Teatro Sociale previa prenotazione.

Torna il Festival cinematografico a Busto Arsizio nella sua diciottesima edizione. L’edizione 2020, posticipata di sei mesi a causa dell’emergenza Covid, sarà concentrata in un weekend di appuntamenti in presenza, da venerdì 9 a domenica 11 ottobre. Si tratta di tre serate di cinema e due presentazioni di libri. Le serate, organizzate dall’associazione BA Film Factory con il patrocinio dell’amministrazione comunale e il supporto dell’Istituto Michelangelo Antonioni, si terranno al Teatro Sociale Delia Cajelli. Mentre i due appuntamenti “Baff in libreria” si terranno nella Sala Monaco della biblioteca comunale.

I posti disponibili al Teatro Sociale saranno 300, mentre alla presentazione dei libri saranno 40. Pertanto sarà possibile partecipare agli incontri in Sala Monaco prenotandosi sulla piattaforma Eventbrite. Mentre per le serate a Teatro è necessario inviare una mail all’indirizzo prenotazioniBAcinema@gmail.com . L’accesso agli eventi prevederà come di consueto l’uso della mascherina, l’igienizzazione delle mani e la misurazione della temperatura.

Venerdì 9 il programma propone I legnanesi con l’incontro dal titolo “Dal teatro al cinema, 70 anni di successi. Antonio Provasio (la Teresa), Enrico Dalceri (la Mabilia), Lorenzo Cordara (il Giovanni) insieme al produttore Enrico Barlocco racconteranno, tra aneddoti e filmati di repertorio, la storia di un trionfo che nasce nel 1949 e arriva a oggi.

Sabato 10, invece, i riflettori saranno puntati su Mogol, uno dei più grandi nomi della produzione discografica italiana. La sua conferenza-spettacolo sarà un viaggio attraverso la musica e la cultura italiana; attraverso le parole ripercorrerà i cambiamenti che la nostra società ha avuto.

Mentre domenica 11 animerà la sala del Sociale Claudio Bisio, «artista a tutto tondo che ha da poco compiuto quarant’anni di carriera, toccando tutti i maggiori settori artistici».

Il programma prevede inoltre due appuntamenti “Baff in libreria” in biblioteca: venerdì 9, alle 18.30, Paolo Castelli, docente all’Icma (Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni) presenterà il saggio sul cinema di animazione “Dreamworks Animation. Il lato chiaro della luna” di Matteo Mazza e Simone Sorana. Domenica 11 invece, alle 11, il giornalista Diego Pisati presenterà il testo del critico, cronista e giornalista Vincenzo Mollica dedicato agli Oscar “L’Italia agli Oscar. Il racconto di un cronista” attraverso l’intervista a Steve Della Casa, curatore del volume.

«Sono particolarmente lieto di essere qui – ha aperto così la conferenza Alessandro Munari presidente della BA Film Factory -. Anche quest’anno, nonostante le oggettive difficoltà, il Baff ha voluto marcare la propria presenza nel rispetto di ogni norma, nell’interesse della Città, della comunità e della cultura. Si tratta di un’edizione diversa dagli anni passati in cui quello che mancherà di più è la presenza delle scuole». 

Il plauso del direttore artistico del BA Film Festival, Steve Della Casa, è andato «al MiBACT (Ministero per i benI e le attività culturali) che ci ha dato il permesso di dare vita ancora una volta al Festival cinematografico; alla grande organizzazione dietro al Baff; al dottor Antonio Franzi della Camera di commercio di Varese e all’amministrazione che hanno permesso questi tre giorni di cinema e di cultura». E ha sottolineato: «Questo Festival 2020 coincide con l’inizio della stagione dei cineforum che sono il punto di contatto tra chi il cinema lo teorizza e il pubblico. Non ci sarà lo spazio dedicato al Baff nel centro cittadino, non ci saranno le scuole nelle sale, ma abbiamo cercato di creare un’ampia proposta dedicata al grande pubblico».

«Con il bando cultura possiamo sostenere gli eventi culturali e tra questi c’è il Baff. Non sempre ne abbiamo la consapevolezza, ma la provincia di Varese è quella che ha più siti Unesco in Italia quindi il tema culturale è un valore su cui dobbiamo e possiamo investire» ha tenuto a ricordare Antonio Franzi in rappresentanza della Camera di commercio di Varese riportando i saluti del presidente Fabio Lunghi.

«La distanza che abbiamo creato con quelli che venivano dopo, cioè i giovani, è stata messa in evidenza dall’emergenza Covid. Le sale, i cineforum che vanno avanti sono quelli che hanno le spalle larghe. Ma ogni cittadina, anche quella più piccola, possiede un teatro che ha contribuito alla storia del cinema. Come si fa a sostenere uno spazio da 100 posti che può contenerne solo un terzo? – ha riflettuto l’artista Licia Maglietta -. Adesso il problema è sulle spalle dei giovani. L’assenza di speranza che aleggia mi fa molta paura, mentre quello che dobbiamo fare è porci con uno sguardo diverso e con una responsabilità maggiore in modo da portare una carica, uno sguardo di forza e coraggio per andare avanti. Forse scopriremo cose nuove perché è questo quello che fanno i traumi» ha concluso l’attrice che ha ringraziato per la bella opportunità che le è stata data: Licia Maglietta sarà la nuova direttrice artistica dell’Istituto Michelangelo Antonioni.

«Virtuale o reale il palcoscenico del Baff è sempre emozionante. Noi non abbiamo mai perso la speranza di poterlo riproporre, perché senza questo festival nel programma cultura non sarebbe stata la stessa cosa. È un ritorno con la R maiuscola; un ritorno da un’epoca che sembra lontanissima; si tratta di una sfida a tornare alla normalità e a farla percepire come normale. Nella mia convinzione, che risulta essere condivisa, Busto Arsizio è una città di cinema. L’amministrazione non ha inventato niente, questa città ha la passione del cinema nel DNA. Noi abbiamo il compito di mantenere alta l’asticella» ha sottolineato con orgoglio l’assessore e vice sindaco Manuela Maffioli.

Per questa edizione del Baff, l’amministrazione ha dato il patrocinio mettendo a disposizione del Festival diverse risorse tra cui i luoghi di cultura come la biblioteca. Non si tratta di un vero e proprio contributo economico poiché «la voce cultura, a fronte di alcune problematiche legate ai servizi sociali, ha dovuto fare delle scelte, ma non abbiamo mai pensato di azzerarne il budget. Sacrificando un’iniziativa, diamo la possibilità di continuare a vivere ad altre realtà. Se chiude una sala o una scuola di musica è un patrimonio perso per sempre, dunque, nella giornata di ieri, abbiamo portato due delibere per il bando Distretti del commercio e Criteri per i contributi ai teatri cittadini. Grazie ad uno sforzo condiviso, il Baff avrà uno spazio su cui affacciarsi e diffondere il cinema anche nei prossimi anni» – ha spiegato Manuela Maffioli. 

Gabriele Tosi presidente onorario del Festival ha tenuto a precisare il valore che il Festival cinematografico di Busto ha sul territorio e non solo: «Riuscire a fare un festival senza un contributo del Comune è la testimonianza che il nostro festival è riconosciuto oltre i nostri stessi confini. Quest’anno il Ministero sta dando un contributo importante grazie a tutte le persone che ci hanno lavorato. È un’edizione ridotta, ma ci sono dei cortometraggi di grandissima qualità che compenseranno la quantità».

Baff in CORTO“, giunto alla quarta edizione, ha registrato una grandissima partecipazione con quasi 500 video iscritti. A causa delle restrizioni, la selezione è stata svolta da un comitato di direzione artistica che ha definito la cinquina dei finalisti. I titoli saranno comunicati a breve e il corto vincitore verrà proiettato al Festival.

Ripartirà anche la rassegna di Sguardi d’Essai: «Iniziamo al Manzoni, per poi girare tutte le sale fino ad arrivare al San Giovanni Bosco che partirà più tardi rispetto agli altri finendo così il ciclo di una rassegna di qualità» ha chiosato Franco Martignoni coordinatore delle sale del San Giovanni Bosco.

 

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Pubblicato il 22 Settembre 2020
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