"Con la presente lettera aperta ai candidati sindaci per il Comune di Legnano vogliamo sottolineare l’importanza di fondare il confronto tra persone e idee diverse sul rispetto reciproco e sulla capacità di ascolto delle posizioni altrui e confidiamo che con tutti i candidati dell’area civica e progressista sia possibile avviare un confronto democratico, anche aspro, ma sempre rispettoso delle ragioni degli altri, senza l’utilizzo dell’insulto gratuito o il tentativo di delegittimazione dell’avversario". 

Questo l'invito dei Verdi per sostenere la petizione riportata al link: https://paroleostili.it/cambiostile/ che riguarda il Manifesto per la comunicazione non ostile. 

Un invito subito accolto da Lorenzo Radice, candidato della coalizione PD – RiLegnano – Insieme per Legnano – Legnano Popolare.

"Il Manifesto della comunicazione non ostile per la politica – ricordano i Verdi – è un impegno spontaneo e personale preso da politici e amministratori locali affinché il dibattito sia concentrato su contenuti e idee orientati al bene comune, attraverso un linguaggio rispettoso e non ostile, evitando che la rete possa diventare una zona franca dove tutto è permesso ed educando invece alla responsabilità le community di riferimento

"Personalmente – è il pensiero comportamentale dei Verdi  – abbiamo deciso di utilizzare i social media unicamente come mezzo di comunicazione delle nostre idee e attività impegnandoci affinché non diventino luoghi in cui aggredire gli avversari. Auspichiamo ci possano essere ampi momenti pubblici di confronto tra i candidati aperti alla cittadinanza durante i quali sia possibile discutere le nostre rispettive posizioni con il comune obiettivo di dare a Legnano un governo migliore, indipendentemente dagli obiettivie dai risultati elettorali.
Abbiamo quindi deciso di non rispondere ai candidati che utilizzino-in maniera diretta o indirettale piazze virtuali per postare o avvallare l’aggressione sistematica e la delegittimazione degli avversari mascherando questi comportamenti con espressione di dibattito e confronto democratico e di non riconoscere chi utilizza o appoggia questi comportamenti".