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Il racconto semiserio della vita di un candidato regionale

A scrivere è Marina Lazzati, candidata tra le fila della lista Fontana Presidente

Cala il sipario sulla campagna elettorale. Per i candidati è quasi tempo di bilanci. Marina Lazzati, che tenta la corsa al Pirellone tra le fila della lista Fontana Presidente, ci racconta – in modo ironico – la vita di un candidato regionale tra volantinaggi, interviste, social e tv.


La campagna elettorale tipo di un candidato alle regionali inizia quando sa che il suo nome è stato inserito in una lista.

Comincia il delirio di onnipotenza: sono in lista, hanno scelto me tra tanti nominativi inviati, significa che sono il più bravo, ce la posso fare!

Dopodiché, il candidato inizia a ordinare centinaia di manifesti, migliaia di santini con la sua effigie,compra spazi sui giornali, partecipa ai talk show, chatta sui social, fa cose che non si sarebbe mai sognato di fare in vita sua, tipo andare al mercato a stringere mani alle persone.

Poi, a metà campagna, cominciano i dubbi.

Innanzitutto quando capisce che in lista non c’è solo lui, ma anche altre 25 persone. Che hanno ordinato manifesti, santini, chattano sui social, fanno cose che mai si sarebbero sognate di fare tipo andare al mercato a stringere mani alle persone. Eccetera.

I dubbi si rafforzano soprattutto quando, al mercato, le persone alle quali avrebbe voluto spiegare il proprio programma, le persone a cui avrebbe voluto stringere le mani calorosamente, calorosamente lo respingono con improperi tipo: «Andate a casa! Siete tutti uguali! È tutto un magna magna!».

Il giorno delle votazioni, si vede il candidato girare disperatamente per i seggi, sperando che qualche elettore si ricordi della sua faccia vista sui santini, e soprattutto scriva il suo nome sulla scheda giusta, e nello spazio giusto.

Quindi arriva il momento più atteso, quello dello scrutinio dei voti. Ecco che il nostro, dopo la prima scheda in cui non compare il suo nome, e dopo la seconda scheda dove ancora il suo nome è assente, e dopo la terza scheda che un nome ce l’ha, ma non è il suo, passa prima da uno stato di torpore vegetativo per poi degenerare nello sconforto, fino ad avere bisogno di supporto psicologico.

Il giorno dopo lo scrutinio, forte del fatto che di candidato ne è passato soltanto uno, come Highlander, si consolerà pensando che in effetti lui ce l’ha messa tutta, sono gli elettori che non lo hanno capito.

Sembra una barzelletta, ma è proprio così! Sigh!

Resta però io credo per tutti, per me sicuramente, vada come vada, l’orgoglio di averci provato. Di essersi messi al servizio dei cittadini, per portare avanti le proprie idee, mettendoci la faccia, in prima persona.

Un impegno che per me continuerà certamente, come continua da più di vent’anni a questa parte, per cercare di fare cose concrete e utili per il mio territorio.

A tutti i candidati, un grande e sincero “in bocca al lupo”!

Marina Lazzati

Redazione
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Pubblicato il 02 Marzo 2018
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