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Sciopero Auchan-Conad: “Vogliamo chiarezza sul futuro”

Sciopero a Rescaldina, San Vittore Olona e Nerviano - Incontro al MISE tra Conad e sindacati

C'è chi non sa come farà a pagare gli studi universitari del figlio, chi non ha certezze sul futuro e chi non sa come farà ad arrivare alla fine del mese. Queste le voci delle lavoratrici Auchan / Conad Rescaldina (circa un centinaio) che hanno incrociato le braccia questa mattina, mercoledì 30 ottobre, davanti alle porte del centro commerciale. Lo sciopero proclamato a livello nazionale ha coinvolto sul territorio anche il Simply di San Vittore Olona, dove l'adesione dei dipendenti è stata totale tanto che il negozio è chiuso, e Nerviano, dove parte dei lavoratori Auchan hanno partecipato alla manifestazione di Milano.

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La mobilitazione di oggi è stata organizzata dai sindacati Filcam Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per chiedere tutele e certezze sul futuro dei 18mila dipendenti Auchan nel passaggio a Conad. Proprio mentre nel frattempo, a Roma, si è svolto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico tra Conad e le tre sigle sindacali.

[pubblicita] «Chiediamo che ci siano garanzie occupazionali rispetto a tutti i dipendenti del gruppo Auchan acquisito da Conad (stiamo parlando di 18mila persone in tutta Italia) – spiega Fabio Petraglia della Fisascat Cisl -. Purtroppo ad oggi non abbiamo alcuna garanzia rispetto a quelle che sono le tutele reali e l'applicazione dell'articolo 18 (che ad oggi c'è), nè abbiamo certezza dell'applicazione degli ammortizzatori sociali. Dalla direzione di Conad finora ci è stato risposto che non volevano o non dovevano dare questo tipo di garanzie. L'augurio è che oggi, con l'incontro al Ministero, si faccia chiarezza e ci siano risposte».

Nel passaggio da Auchan a Conad, i punti vendita di Rescaldina, San Vittore Olona e Nerviano non rientrano tra i 109 che hanno subito il passaggio diretto alla nuova insegna. I lavoratori, quindi, si trovano in un limbo. Un'incertezza che influisce pesantemente sulla vita delle famiglie delle dipendenti. Molte delle quali sono assunte nei punti vendita da ormai 20 anni. «Siamo amareggiate perchè c'è gente che lavora qui dall'apertura nel giugno 2000 – commenta Maddalena Izzo della RSA Fisascat Cisl -. Abbiamo l'amarezza per come è stata gestita la nostra posizione. Non ci hanno dato certezze. Volevamo chiarezza e rispetto».

«Le lavoratrici presenti allo sciopero sono tutte donne con contratto prevalentemente part – time, anche involontario perchè non hanno trovato altro impiego – aggiunge Francesco Vicari per la segreteria Filcams Cgil Ticino Olona -. E adesso con la situazione che si è andata a creare si trovano in una situazione di incertezza che si somma al problema della crisi della grande distribuzione».

(Gea Somazzi con collaborazione Chiara Lazzati)

Redazione
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Pubblicato il 30 Ottobre 2019
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