Quantcast

Sindacalista lavora senza contratto: condanna da 105mila euro per la Fiom

La Fiom Cgil Ticino Olona dovrà risarcire un suo sindacalista che per tre anni ha prestato servizio a tempo pieno senza un contratto

La Fiom Cgil Ticino Olona dovrà risarcire sindacalista che per tre anni ha prestato servizio a tempo pieno senza un contratto. Parla chiaro la sentenza pronunciata dalla sezione Lavoro della Corte d'appello di Milano, che condanna la Fiom locale a pagare alla parte offesa quasi 105mila euro tra retribuzione e TFR e poco più di 4.500 euro per tickets restaurant.

[pubblicita]    Tutto è iniziato nel 2009, con il «licenziamento per giustificato motivo oggettivo» del sindacalista – che desidera mantenere l'anonimato – al quale è seguito un contratto di collaborazione volontaria e gratuita per svolgere «proselitismo e attività connese (per esempio volantinaggio)», che prevedeva un rimborso spese. La parte offesa, però, ha in realtà continuato a svolgere attività sindacali: «Sulla falsa promessa di essere regolarizzato – spiega il sindacalista – seguivo 40 aziende e l'ufficio vertenze. Nel 2011 avrei potuto andare in pensione, ma con la legge Fornero la finestra è slittata di 5 anni». Il fulmine a ciel sereno è arrivato nel dicembre del 2013, quando la Fiom ha allontanato il sindacalista: «Mi sono trovato a casa, senza pensione ed entrate. E così è iniziato il mio calvario durato quattro anni: un periodo difficile, terminato finalmente con questa sentenza»

Sentenza che arriva al termine di un iter giudiziario partito nelle aule del Tribunale di Busto Arsizio, dove nella primavera del 2015 è stata rigettata la domanda finalizzata all'accertamento della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato con la Fiom dal 2010 al 2013. Dopodiché la vicenda è arrivata alla Corte d'Appello di Milano, che ha invece confermato l'esistenza degli «indici tipici della subordinazione», senza che la Fiom sia riuscita a dimostrare il contrario. Per fare un esempio, a fronte di una testimonianza ritenuta attendile dal giudice, secondo la quale tra le parti sarebbe stato concordato uno stipendio di 1.200/1.300 euro, il sindacato non è riuscito a dimostrare che si trattasse solamente di «un rimborso delle spese effettivamente sostenute». La sentenza ha inoltre stabilito quanto Fiom dovrà pagare al sindacalista, somma che corrisponde di fatto ai tre anni di lavoro non retribuiti con regolare contratto.  

«Alla fine della mia carriera da sindacalista, purtroppo, mi sono imbattuto nella mele marce – afferma il sindacalista -. Sono fortemente dispiaciuto per l'accaduto, ma nonostante ciò continuo a credere nei valori del sindacato della FIOM e CGIL»

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi con attenzione.
Pubblicato il 18 Maggio 2019
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore