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Reddito di Cittadinanza, boom di richieste Isee

Anche i Caf della Cgil di Legnano hanno registrato un boom di richieste Isee: gennaio sono stati emessi 170 documenti - La perplessità delle parti sindacali

Anche i Caf della Cgil di Legnano hanno registrato un boom di richieste Isee per il Reddito di Cittadinanza. Il 90% delle persone che ha bussato ai sindacati legnanesi ha chiesto informazioni su come ottenere il sostegno alle famiglie in difficoltà che include un "patto" per l’occupazione. Ed è tale l'interesse tra i cittadini che nel solo mese di gennaio, nella sede di via Volturno, sono stati emessi 170 documenti Isee. 

Eppure i sindacati, sull'argomento, non nascondono una certa perplessità. A non essere convinto è lo stesso Jorge Torre, segretario generale della Camera Del Lavoro del Ticino Olona, che ha definito il Reddito di Cittadinanza un vero e proprio "enigama". «Prima avevamo il Rei ossia il sussidio contro la povertà, adesso questa nuova formula che tutt'oggi resta del tutto oscura nella sua applicazione – afferma Torre -. Come sindacalisti possiamo dire che non è possibile affrontare il problema della povertà con l'assistenzialismo: bisogna creare lavoro. E per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza ci sono troppe incognite, come ad esempio i "navigator" pagati a cottimo. Oppure il fatto che le politiche attive vengano gestite a livello regionale. Insomma stiamo cercando di capire cosa sta accadendo». 

Dello stesso parere Stefano Dell'Acqua della Uil che ha definito il sostegno diseducativo: «Non credo che il Reddito di Cittadinanza possa aiutare a trovare occupazione o creare posti di lavoro. Sul nostro territorio stiamo vivendo condizioni di crisi importanti e questo sostegno non è certamente una soluzione valida per i lavoratori che stanno rischiando di stare a casa: bisogna portare lavoro. Anche la quota 100 non potrà certo risanare la situazione. Sono altre le azioni da attuare».  

Secondo Giuseppe Oliva responsabile di Zona della Cisl Milano Metropoli il rischio è solo quello di continuare a far "pagare lo scotto" alle generazioni future: «Siamo tornati in fase recessiva e questo Governo non riesce a confrontarsi con le parti sociali. La triade Conte, Di Maio e Salvini non ha ancora presentato un piano industriale serio che rilanci il lavoro. Il Pil è già sceso di due punti e nel contempo aumentano i contratti di lavoro precari, quelli a giornata. È necessario lavorare per attuare una riforma strutturale del mercato del lavoro solo così è possibile tornare in una fase di ripresa»

 La domanda potrà essere presentata da mercoledì 6 marzo 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Febbraio 2019
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