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«Il governo del cambiamento che intenzioni ha con la Tosi?»

A chiederselo è Renato Esmeraldi, segretario della sezione di Legnano di Fiom Cgil - Ad intervenire anche Christian Gambarelli segretario Generale FIM CISL

«Il governo del cambiamento cosa vuol fare con la Franco Tosi di Presezzi?». A chiederselo è Renato Esmeraldi, segretario della sezione di Legnano di Fiom Cgil, al termine dell'incontro con i lavoratori della fabbrica di piazza Monumento a Legnano. 

Sul tavolo dell'assemblea tenutasi ieri mattina, lunedì 24 settembre, l'avvio della cassa integrazione ordinaria annunciata dagli stessi Presezzi lo scorso venerdì 21 e il bando per l'acquisto dell'area emesso dal commissario straordinario Andrea Lolli, al quale la società brianzola non parteciperà lasciando spalancata l'ipotesi del trasloco a Burago.

Esiste una forte preoccupazione tra i dipendenti dell'azienda metalmeccanica. Dopo l'esito dell'ultimo incontro al Ministero pensavano di poter tirare un sospiro di solievo e di essere ormai avviati al finale di questa travagliata storia. Invece, dopo cinque anni dall'apertura della procedura fallimentare, l'azienda appare ancora in bilico, proprio perchè la questione dell'acquisto, da parte di Presezzi, non è ancora risolta. «È un cane che si morde la coda – spiega Esmeraldi -. Presezzi non intende acquisire l'area a 9 milioni, perciò non investirà ulteriori risorse per rinnovare i macchinari. Ciò comporta uno scarico di lavoro che va ad aggiungersi anche ad altre problematiche come quella legata alla posizione del presidente Trump rispetto all'Iran».

La procedura di cassa integrazione sarà aperta mercoledì 17 ottobre e durerà sino a febbraio 2019. «A questo punto apriremo un tavolo di trattativa in Confindustria – afferma Esmeraldi -. Ci auguriamo venga fissata al più presto la data per questo incontro, poi decideremo come comportarci». Il bando per l'acquisto dell'area non convince sindacati e lavoratori che temono il peggio. Per questo Esmeraldi ha deciso di puntare dritto verso Roma: «Visto che il commissario fallimentare dipende dal Ministero, ci rivolgeremo direttamente al governo del cambiamento per chiedergli che progetti abbia sulla Franco Tosi. A parer nostro la fabbrica si può salvare».

Sulla questione è intervenuto anche Christian Gambarelli, segretario generale FIM CISL Milano: «Che posto c’è per il rilancio della Franco Tosi in un paese dove pare essere diventato prioritario ogni tipo di argomento fuorché il lavoro, soprattutto il lavoro manifatturiero, quello mosso cioè dalle mani di operai esperti, formati, professionali? Ebbene è questo il rischio che corre una "mitica" azienda, come la Tosi, che ha ancora e abbondantemente la scorza per essere un’eccellenza italiana, lombarda in particolare». Gambarelli ha poi sottolineato con forza che tutto questo avviene a Legnano «dentro una azienda che si affaccia direttamente su piazza Monumento, dove sorge l’Alberto da Giussano, simbolo di quella politica efficientista e produttiva che una volta la Lega Nord vantava sempre nei suoi programmi elettorali come priorità».

La cassa integrazione che incombe sulla Franco Tosi dopo anni di ripresa produttiva secondo Gambarelli potrebbe essere il preludio di una sconfitta totale«in cui rimarrebbero solo il marchio e i ruderi di un’area destinata a diventare l’ennesima "ex" abbandonata o peggio ancora l’ennesimo rifugio di disperati senza fissa dimora, nel centro della città. Legnano e i suoi dintorni sono da tempo martoriati da crisi importanti, la Pensotti, la Stf della famiglia Trifone a Magenta, oggi speriamo di no, la Tosi. Forse l’Alberto da Giussano non rappresenta più il valore del lavoro come orgoglio sociale, ma sempre più la stanca e blanda rassegnazione al tirare a campare, magari con un po’ di reddito di cittadinanza. Faremo di tutto nei prossimi giorni per attirare l’attenzione, ma non ci arrenderemo a questa ennesima disfatta e fiduciosi attendiamo segnali».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Settembre 2018
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