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Lavoratori Pensotti di Legnano: «Lunga vita alla Sices»

«La situazione è complicata: il futuro è incerto» - Mercoledì 27 assemblea tra sindacati e dipendenti

«Noi teniamo alla Sices». Ad affermarlo, dopo un lungo periodo di silenzio, i lavoratori della Pensotti di Legnano, la fabbrica inserita nel Gruppo SICES. Sono ormai trascorsi cinque mesi dalla mobilitazione organizzata dai lavoratori ai cancelli in via XX Settembre, e da allora il futuro è rimasto incerto, tanto che i lavoratori si chiedono «come si potrà andare avanti?». 

La Pensotti, che in questi anni ha vantato un fatturato da 17 milioni di euro, è in concordato preventivo. Proprio lunedì 25 giugno sarebbe stato depositato il progetto di rilancio che prevede il parziale affitto del ramo d'azienda. Adesso la parola passa al giudice che dovrà esaminare la proposta. E, intanto, sale l'ansia tra i lavoratori «La situazione è complicata, siamo in attesa di capire che ne sarà della Sices e di noi».

Su 150 dipendenti almeno 70, i più giovani, hanno deciso di dimettersi per trovare un altro impiego. A rimanere sono perlopiù 40enni che hanno famiglia, lavoratori cresciuti in Sices. Alcuni di loro, infatti, ricordano ancora con affetto i tempi passati, quando «i tre soci fondatori Saporiti, Ribolla e Zaroli lavoravano insieme in uno stesso ufficio. Quelli erano i tempi d'oro. Adesso ci sono solo incognite». Oggi, mercoledì 27 giugno, è in programma un'assemblea generale tra lavoratori e sindacalisti. A presenziare, però, non sarano solo i dipendenti legnanesi, ma quelli di tutto il Gruppo_ «In  questi mesi ci siamo uniti per cercare di capire cosa stesse succedendo».

L'ultimo ad esprimersi sulla situazione è stato il sindacalista Edoardo Barra della FIM Cisl Milano Metropoli, responsabile di zona per l’Alto Milanese. Lo scorso marzo il sindacalista, spiegando che la Pensotti, affidata ad un commissario, era in concordato, aveva affermato: «Speriamo di evitare la procedura fallimentare così da veder tutelata completamente l’occupazione».  

Glii stessi sindacati speravano probabilmente in un supporto maggiore da Palazzo Malinverni o in un'apertura di Confindustria Altomilanese. Invece, almeno in apparenza, non sono stati fatti passi avanti. Come per la questione Tosi di Presezzi, ancora in fase di stallo, anche questa storia sembra di difficile risoluzione. Ma non è detto che nei prossimi giorni non possano arrivare novità.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Giugno 2018
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