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Sindacati: «Dobbiamo imparare a vivere in un mondo diverso»

Fine della crisi, hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil, ma non significa tornare al benessere di prima - Proposito per il 2018, lavorare insieme per costruire il futuro 

Formazione, investimenti sul territorio e nuovo welfare sociale dopo la riforma della sanità. Queste le tre "chiavi", suggerite dalla confederazione territoriale Cgil, Cisl e Uil per affrontare il futuro "ridisegnato anche dalla così detta "Industria 4.0". 

«La fine della crisi non significa tornare a vivere nel benessere di prima, è tutto cambiato. Basti pensare alla tecnologia entrata nel manufatturiero cambiando radicalmente il lavoro. Quindi, dobbiamo imparare a vivere in un mondo diverso».

A tracciare il bilancio del 2017 e a presentare i progetti futuri per il 2018 Jorge Torre, segretario della Cgil Ticino Olona, Giuseppe Oliva, segretario della Cisl Milano Metropoli, e Stefano Dell’Acqua, delegato territoriale per la Uil Milano Lombardia. L'incontro di fine anno si è tenuto ieri, venerdì 22 dicembre, nella sede della Cgil di via Volturno a Legnano. 

«Non presentiamo un bilancio farcito di numeri – spiega Torre –, intendiamo fare il punto della situazione e chiarire la nostra posizione: basta analizzare il passato, è necessario guardare avanti e costruire il futuro. Non possiamo dire che la crisi è finita, ci permettiamo però di affermare che ci sono segnali positivi: sintomi temporanei che fanno sperare, ma ancora nulla di sicuro e strutturale».

Il territorio dell'Alto Milanese ha mantenuto la sua identità manufatturiera, rappresentata in gran parte dalle anziende artigiane, e ha favorito l'ingresso della tecnologia: «Non esistono più i colossi della manifattura – sottolinea Torre –: con la crisi numerose ditte hanno chiuso e quelle rimaste si sono ridimensionate. Oggi la manifattura è rappresentata dalle aziende artigiane, presenti per il 34%. Dal 2014 a oggi risulta poi un incremento dell'1% di attività commerciali. Il mondo del lavoro è cambiato: la crisi c'è ancora, ma la situazione non è brutta come sei anni fa. Non dobbiamo buttare tutto a mare, ma lavorare per il futuro. L'Industria 4.0, nei prossimi anni, cambierà radicalmente il mondo del lavoro di conseguenza occorre iniziare da subito una riflessione collettiva per anticipare soluzioni».

Dello stesso parere il sindacalista Oliva, che ha commentato «Sono passati sette anni dall'inizio della crisi e solo oggi possiamo dire che forse la pericolosa discesa si è bloccata. La difficile situazione economica ci ha portato ad affrontare problemi che non avevamo mai vissuto. Adesso dobbiamo imparare capire questo "nuovo mondo". Ma dobbiamo governarlo non subirlo e possiamo capire come farlo leggendo i dati dell'occupazione, anche giovanile, e del territorio».

Incisivo l'intervento del sindacalista Dell'Acqua: «Questa è la vita standard del paese Europa e non solo Italia. Il tessuto produttivo anche nella nostra area ha cambiato aspetto, basti pensare che l'azienda più grande è l'Ospedale di Legnano, a seguire quelle pubbliche. Negli anni '90 c'erano ricchezza e welfare sociale, adesso non più. Questo il problema. Altro tema importante è l'immigrazione, che non è controllata: sono necessari strumenti per governare questo fenomeno».

Infine, la confederazione ha ribadito che anche l'amministrazione ha un ruolo importante, in particolar modo «su welfare e formazione. L'invito è lavorare insieme, anche attraverso la Consulta Economia e Lavoro, e guardare avanti». 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Dicembre 2017
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