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Casa Circondariale: aggrediti 4 agenti, i sindacati insorgono

Dopo l'ultima aggressione nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria i sindacati della Cgil e Cisl sono intervenuti denunciando la mancanza di sicurezza 

A seguito dell'ultima aggressione nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria attiva all’interno della Casa Circondariale i sindacati della Cgil e Cisl hanno deciso d'intervenire denunciando la mancanza di sicurezza all’interno delle strutture italiane. 

A commentare i fatti il segretario della FP CGIL Costanzo Antonio e il segretario della CISL FNS Gioia Antonio. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 4 ottobre, all’interno dell’istituto Bustese si è verificata «l’ennesima aggressione nei confronti di 4 agenti – spiegano i sindacati – da parte di un detenuto che si trovava al reparto osservazione per scontare una sanzione disciplinare inflittagli a causa dei suoi comportamenti violenti, il quale, dopo essersi autoinferto lesioni da taglio ha brutalmente aggredito nei locali dell’infermeria il vice comandante di reparto colpendolo con una testata e successivamente gli agenti presenti nelle adiacenze, intervenuti per sedare l’aggressore. Trasportati in ospedale gli agenti hanno riportato lesioni da contatto, poi suturate, frattura ad una mano e contusioni multiple».

I sindacalisti sottolineano lo stato di criticità in cui lavora il personale: «È da tempo che l’amministrazione penitenziaria non vuole affrontare il problema della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari che versano in condizioni di massima criticità. Il personale, costretto ad operare in condizioni pessime, deve affrontare continui eventi violenti sprovvisto di sistemi di difesa personale antiaggressione ormai in uso in altre nazioni della U.E. come gli spray urticanti».

Come spiegano i due sindacalisti il detenuto che ha aggredito i 4 agenti è già noto «per la sua indole violenta. L'uomo infatti si sarebbe già reso responsabile di aggressioni al personale in altri istituti. Siamo vicini agli agenti aggrediti che, nonostante l’esiguità numerica di personale, sono riusciti a gestire in maniera professionale la situazione, limitando i danni che poteva provocare un atto del genere. È giunto il momento che la parte politica del paese pensi seriamente ad adeguare in modo risolutivo i numeri degli operatori della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari che stanno collassando sotto i colpi del sovraffollamento e della carenza di poliziotti».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Ottobre 2017
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