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Studenti del Bernocchi discutono di cyberbullismo

Incontro con il dott. Paolo Picchio, un testimone d’eccezione che si è battuto perché venisse varata la prima legge in Italia e in Europa sul Cyberbullismo

“Le parole fanno più male delle botte. Cavolo se fanno male. Io mi chiedo: a voi non fanno male? Siete così insensibili?”  Frasi taglienti, difficili da dimenticare: sono le ultime che Carolina Picchio, una quattordicenne di Novara, scrisse su un foglio nel 2013 prima di gettarsi nel vuoto: non reggeva più al massacro cui era sottoposta sui social.

Il 13 febbraio scorso, alla Sala Ratti, le parole di Carolina sono risuonate per bocca del padre, il dott. Paolo Picchio, un testimone d’eccezione che si è battuto perché venisse varata la prima legge in Italia e in Europa sul Cyberbullismo.

Quasi duecento ragazzi dell’Istituto Bernocchi hanno ascoltato in un silenzio pensoso, le parole accorate di un papà la cui figlia aveva più o mento la loro età. “Io sono qui oggi – ha detto il dott. Picchio – perché altre Caroline non perdano la vita, perché voi sappiate riflettere su quello che fate quando usate la rete.  Non siete troppo giovani per imparare cosa significa “responsabilità”.  E poi dovete imparare a volervi più bene, siete troppo preziosi, dovete imparare a dialogare con chi vi sta vicino”.

Il nome di Carolina Picchio è oggi legato a quello di una Fondazione, perché su una problematica così grave che coinvolge tantissimi giovani occorre fare formazione, occorre che i ragazzi comprendano che “Internet non è un gioco” e che “Un abbraccio vale più di mille like”, come recita il titolo dell’incontro organizzato dalla prof.ssa Antonella Raele, referente per il Cyberbullismo dell’Istituto Bernocchi. 

Insieme al papà di Carolina era presente Andrea Brocchetti, della Cooperativa sociale “Pepita”, che da più di 10 anni opera con gli adolescenti per sensibilizzarli al rispetto di se stessi e degli altri, per richiamarli a una responsabilità attiva che sostenga il singolo nel gruppo.   L’attenzione degli studenti del Bernocchi è stata agganciata inizialmente con video, giochi e sondaggi istantanei grazie ai quali si è aperta la  discussione partecipata su parole come “sicurezza”, “crescita”, “responsabilità” e “bellezza”. Concetti chiave di un approccio non superficiale al problema.

“I tuoi selfie, i tuoi amici, i tuoi pensieri non vanno spammati, ma condivisi con chi lo merita” è il messaggio diretto che ha lasciato Andrea Brocchetti.

A insegnanti e famiglie il compito di aiutare i ragazzi a riflettere su questi temi, nella quotidianità.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Febbraio 2019
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