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Il cappellano del Beccaria sui giovani: “Aiutiamoli a coltivare interessi”

Don Burgio, ospite al Bernocchi, ha raccontato la sua esperienza al fianco degli adolescenti e dei giovani italiani e stranieri che finiscono nell'Istituto penale minorile.

Riceviamo e pubblichiamo dall'Istituto Bernocchi la cronaca dell'incontro tra Don Burgio e gli studenti avvenuto in sala Ratti a Legnano venerdì 8 febbraio.


Studenti dell’Istituto Bernocchi attenti e partecipi venerdì 8 febbraio nella Sala Ratti durante l’incontro con don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano e presidente dell’Associazione Kairós. L’iniziativa è stata promossa dalle prof.sse Biancamaria Porfidia e Susi Ortolani, referenti del progetto “Educazione alla legalità/Cittadinanza e Costituzione” con la partecipazione di Don Marcello Brambilla e con il patrocinio del Dirigente Scolastico, la prof.ssa Annalisa Wagner.

Una bellissima testimonianza quella di Don Claudio Burgio che ha raccontato agli studenti delle classi prime, seconde e terze dei corsi IP e IeFP la sua esperienza al fianco degli adolescenti e dei giovani italiani e stranieri che per svariati motivi finiscono nell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano o sono ospitati nella comunità di accoglienza Kairós (termine greco che nella lingua italiana significa “tempo opportuno”).

Per Don Claudio Burgio, i ragazzi ribelli, i ragazzi di strada, bulli, delinquenti “non sono cattivi”: sono semplicemente ragazzi che hanno sbagliato, giovani diffidenti e timorosi di non essere accolti per come sono, che non hanno avuto un esempio positivo o credibile e hanno bisogno pertanto di essere responsabilizzati, incoraggiati, di essere sostenuti da “persone che credono nella vita e sanno alimentare la speranza”. Come ha avuto modo di rimarcare don Burgio nel libro “I cattivi ragazzi non esistono” (PAOLINE Editoriale Libri), invece “molti adulti hanno rinunciato a progettare un mondo migliore; consegnano ai loro figli vissuti depressivi e stili di vita consumistici per poi denunciare lo sfascio e l’insensatezza della condizione giovanile attuale”.

Rivolgendosi agli studenti con parole semplici e dirette, Don Burgio ha voluto richiamare l’attenzione sulle cause e sulle conseguenze devastanti del consumo di droga da parte degli adolescenti. Tale consumo non rappresenta solo un rito di passaggio, un episodico atto di trasgressione , ma costituisce una sorta di rimedio contro la depressione, un modo per vincere la paura e per non affrontare i problemi. Qualsiasi tipo di droga uccide il pensiero, conduce all’apatia, spegne l’interesse o genera sbalzi d’umore e ansia. Non è affatto vero che “posso smettere quando voglio”.

Cosa fare per arginare il dilagante consumo di droga? Secondo Don Burgio la legalizzazione non è una soluzione adeguata. É necessario invece che gli adolescenti abbiano davanti a sé modelli positivi, coltivino interessi, facciano sacrifici, sappiano distinguere i desideri apparenti e falsi da quelli reali e promettenti.

Il Dirigente Scolastico, la prof.ssa Annalisa Wagner, nel ringraziare don Claudio Burgio per la sua testimonianza ha evidenziato che l’azione educativa offerta al Bernocchi non disgiunge il rispetto delle regole da attività didattiche volte a suscitare negli studenti passione per la vita e ricerca dei propri talenti.

Prof.ssa Vittoria Tripodi

Reportage fotografico a cura della prof.ssa Gioia Aloisi

Redazione
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Pubblicato il 12 Febbraio 2019
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