A San Giorgio su Legnano inizia l'"avventura" del Consiglio Comunale dei Ragazzi: saranno 12, almeno in fase iniziale, i giovani sangiorgesi che comporranno il Parlamentino junior, due per ciascuna delle classi quinte della scuola primaria e delle classi prime della scuola secondaria di primo grado. 

«L'obiettivo di questo progetto – spiega Maria Cristina Varotto, consigliere comunale di Vivere San Giorgio che insieme a Davide Penna si occupa del progetto – è duplice: da un lato vogliamo far sentire ascoltati bambini e ragazzi, che hanno sempre tante idee, spesso poco sfruttate, e dall'altro vogliamo cercare la via migliore per utilizzare, a livello di comunità, le loro idee per rendere il paese a misura d'uomo e soprattutto a misura di bambino. Speriamo negli anni di poter dare continuità a questo progetto e di allargare il coinvolgimento sia ai bambini più piccoli che ai ragazzi più grandi».

Per arrivare a definire la composizione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, i giovani studenti che avranno voglia di mettersi in gioco potranno avanzare la propria candidatura, e poi si procederà ad un sorteggio: per ogni classe i "prescelti" saranno il primo bambino e la prima bambina estratti. 
In ogni classe ci saranno momenti in cui i ragazzi potranno fare brain storming e programmare, ma anche tirare le fila di quanto di volta in volta emerso in vista delle sedute consiliari vere e proprie, durante le quali le idee raccolte saranno analizzate

«L'anima del progetto, che punta appositamente alla fascia di età preadolescenziale, è quella di trasmettere, coltivare e far crescere un'idea di cittadinanza attiva, abituando i ragazzi fin da piccoli alla proattività e ad essere più consapevoli – aggiunge Davide Penna –. Crediamo che un clima di familiarità con la macchina amministrativa possa incentivare a prendersi cura del proprio paese portando a risultati molto positivi. Lo scopo, infatti, è proprio la sensibilizzazione dei più giovani affinchè si possa dare vita ad un momento di educazione civica declinata in chiave locale. Ai ragazzi, durante la presentazione del progetto, abbiamo chiesto cosa vorrebbero cambiare e cosa farebbero per la persona seduta al loro fianco, proprio per stimolarli a tenere conto dei bisogni altrui e ad andare oltre alla lamentela dando un contributo concreto con le loro idee».