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Studentesse del Bernocchi a Parigi per parlare di immigrazione

Si tratta della tappa francese di “L'Europa comincia a Lampedusa”, il progetto nato per sensibilizzare le comunità scolastiche sulle problematiche migratorie e le relative emergenze umanitarie

Studentesse dell'Istituto Bernocchi, del liceo di scienze applicate, "inviate" a Parigi per parlare di immigrazione. Veronica Eliometri e Zoe Laface, accompagnate dalla professoressa Gabriella Oldrini, raccontano quanto sia stata stimolante, ma anche impegnativa, questa esperienza al Lycee Leonard de Vinci  di Levallois Perret.

Di seguito il commento della prof.ssa Oldrini


“E’ sensato realizzare corridoi umanitari? Accogliere i migranti è un dovere per le società europee?”  Queste sono solo alcune delle questioni sviluppate dal gruppo di lavoro internazionale di docenti e studenti ritrovatisi nei giorni scorsi  presso il Lycee Leonard de Vinci  di Levallois Perret, comune al confine nord ovest di Parigi. 

Si tratta della tappa francese di “L'Europa comincia a Lampedusa”, il progetto nato per sensibilizzare le comunità scolastiche sulle problematiche migratorie e le relative emergenze umanitarie.

Tra le scuole che hanno partecipato negli ultimi due anni al progetto, il MIUR ha scelto alcuni istituti perché con le loro delegazioni partecipassero a questa fase di “scambio di buone prassi” e diffusione di quanto appreso con le attività organizzate nell’isola italiana in occasione della giornata commemorativa del 3 ottobre.

Insieme a Paola Santacroce del MIUR e a Tareke Bhrane, fondatore del Comitato Tre Ottobre, il 27 novembre scorso sono partiti dall'Italia tre gruppi, di essi uno rappresentava il Bernocchi di Legnano, che ha inviato a Parigi le studentesse Veronica Eliometri e Zoe Laface, (entrambe del Liceo Scientifico Sc. applicate) accompagnate dalla prof.ssa Gabriella Oldrini; insieme alle delegazioni di Milano e Napoli hanno partecipato agli workshop organizzati da insegnanti e studenti del Lycee Leonard de Vinci.

"È stata un'esperienza davvero interessante – dicono le ragazze -. Impegnativo, ma anche molto formativo è stato il momento in cui abbiamo presentato in inglese i lavori della nostra scuola davanti ad un'assemblea di 350 persone".

Stimolanti, dal punto di vista didattico, sono state le tecniche adottate dalle insegnanti francesi  per coinvolgere i ragazzi in riflessioni su stereotipi e luoghi comuni da superare. 

Grazie a giochi di ruolo e al metodo del “debate” gli studenti hanno discusso di Europa, provando a definire la nozione di accoglienza e  analizzando  le diverse ipotesi di gestione del problema dei profughi e dei migranti in genere. 

È stata insomma un'occasione che ha confermato quanto la scuola sia importante, oggi più che mai, per costruire, davvero, l'Europa.

Gabriella Oldrini

 

Redazione
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Pubblicato il 05 Dicembre 2017
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