«La Lombardia ha superato il picco e si appresta ad affrontare la discesa», il giudizio è del direttore delle Analisi chimico cliniche e virologica Carlo Perno dell'Ospedale Niguarda di Milano, intervenuto in conferenza stampa oggi (3 marzo) con l'assessore regionale Giulio Gallera. Il microbiologo dal Pirellone ha precisato: «è tempo di pensare ai test anticorpali per capire chi ha conosciuto il virus e ha sviluppato i giusti anticorpi». Ma, visto che il virus Sars-Cov2 è tutt'oggi sconosciuto, non è detto che avere gli anticorpi significhi essere «protetti da un secondo contagio». 

[pubblicita]Per ridefinire la ripartenza è necessario studiare la diffusione dell virus. Nel contempo la ricetta è stata dematerializzata e in una settimana le Usca lombarde, come quella di Legnano, hanno effettuato 1233 visite. In città, i casi sono diventati 154, oggi soltanto due che portano a 31 quelli della settimana.

Attualmente, risultano 47.520 i contagi un numero «apparentemente in aumento» in quanto contempla anche i tamponi effettuati ai medici di Medicina Generale, agli operatori sanitari e ai cittadini dimessi. Le persone decedute risultano 8.311 (+351) i dimessi e in isolamento domiciliare 26.026, di cui 13.020 con almeno un passaggio in ospedale e quindi in isolamento domiciliare e 13.006 per cui non si rileva alcun passaggio in ospedale. 

«I dati sono confortanti, si è arrestata la crescita, diminuisco infatti i ricoverati che oggi sono 'solo' 40 in più – commenta Gallera -. Crescono in maniera importante anche i dimessi che oggi sono oltre 13.000. Gli ospedali ci dicono la stessa cosa: forse, quindi, anche i nostri straordinari medici e infermieri, iniziano a respirare per qualche momento».