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USCA, anche a Legnano le unità in aiuto ai medici di famiglia

L'Unità fa base alla Guardia medica A LEGNANO IL KIT PER MEDICI DI BASE E PEDIATRI 

Collaborano con il medico di medicina generale o con il pediatra di famiglia per l’intervento a domicilio dei malati. Il loro compito è quello di verificare lo stato di salute di pazienti dimessi (in attesa di essere dichiarati negativi) e di persone con sintomi che fanno pensare al Covid-19. Sono le Usca, ossia le Unità Speciale Continuità Assistenziali, una delle quali è attiva anche a Legnano e fa base nella sede della guardia medica di via Stelvio. Il servizio non è attivabile dal singolo cittadino. È il medico che fornisce ai professionisti dell’Usca il nominativo e l’indirizzo del paziente da seguire a domicilio. 

[pubblicita]La squadra non fa tamponi ma solo visite e, nel caso rilevi situazioni di gravità, può allertare i soccorritori per trasportare il malato in Ospedale. A spiegarci i compiti dell'unità sono Martina, medico di Rescaldina che ha fronteggiato l'emergenza anche come guardia medica a Buscate, e Federico, medico di Milano che sino a pochi giorni fa curava i pazienti Covid al Policlinico.

In tutto, sono sette i medici che compongono l'unità legnanese e che su turni di 11 ore (da lunedì al venerdì) dovranno coprire il territorio dell'Asst Ovest Milanese (Legnano, Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso) e arrivare alle zone di Corsico, Cesano, Gaggiano e Trezzano. Ogni turnazione vedrà in servizio due medici che, separatamente, eseguiranno le visite a domicilio. In questi primi giorni sono state effettuate mediamente tra le 7 e le 12 visite al giorno. Si tratta di pazienti che i medici di famiglia indicano all'ATS, la quale, dopo una prima verifica, li segnala all'Usca. 
 
A disposizione dell'Usca ci sono due auto (dell'Ats) e tutti i dispositivi di sicurezza necessari per effettuare le visite. Il medico metterà i dispositivi fuori dalla porta di casa del paziente, prima di entrare in contatto diretto con l'utente: dovrà indossare due paia di guanti, il soprascarpe, un camice con chiusura posteriore, gli occhiali, due mascherine e infine una cuffia. Il momento più delicato, però, è quello della svestizione: «Quando ci si sveste – spiega Martina – è necessario seguire un certo ordine per cercare di evitare contaminazioni». I dispositivi usati vengono poi messi in un sacchetto che l'utente visitato dovrà porre nel suo doppio sacchetto dell'indifferenziata per lo smaltimento. 

La tensione è alta, il virus è ancora in gran parte sconosciuto e non c'è attualmente un medicinale efficace per curarlo. «Al momento l'unica terapia è quella dell'ossigeno – commenta Federico -. In questo momento il problema, soprattutto per i pazienti a domicilio, è la reperibilità delle bombole, così come di alcuni farmaci che si possono prescrivere».

Salutandoci con le giuste distanze e ricordando che tutti i cittadini dovrebbero rispettare le misure e indossare le mascherine («andrebbero bene anche quelle chirurgiche, se venissero utilizzate da tutti»), i due medici sono tornati subito al lavoro. 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Aprile 2020
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