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Rsa S.Erasmo: «Due nuovi casi di coronavirus, urge tampone per ospiti e operatori»

In terapia intensiva una operatrice, deceduta una ospite di 94 anni. 

Aggiornamento ore 18: La prima operatrice contagiata che è stata dimessa oggi dall’ospedale ed è ritornata alla propria abitazione.

La Rsa è stata contatta dagli uffici dei servizi di Vigilanza e Controllo dell’ATS che hanno garantito il loro interessamento in merito alle richieste di tamppne per ospiti e operatori della struttura: «Il nostro auspicio – scrive Frigoli – è che, a breve, possano giungere risposte positive e confortanti». Salita la temperatura a una ospite, è stata portata in pronto soccorso. 


Due nuovi casi di contagio da coronavirus alla Rsa Sant'Erasmo di Legnano. Nella giornata di ieri, domenica 8 marzo, una seconda operatrice è risultata positiva al tampone ed è stata ricoverata con febbre molta alta in terapia intensiva dell'ospedale di Legnano. Il primo caso era stato registrato lo scorso 3 marzo. Sempre ieri, un'ospite della casa di riposo, con diverse patologie, è stata inviata al pronto soccorso ed è deceduta con il coronavirus.

Dalla Rsa il messaggio è chiaro: «La situazione è grave – ha denunciato il direttore generale della Fondazione, Livio Frigoli, in video call con la stampa -. Il 1° marzo abbiamo chiesto formalmente  alla Ats il tampone su tutti ogli ospiti e su tutti gli operatori: ad oggi non è arrivata alcuna risposta. Noi come struttura abbiamo fatto il nostro dovere, seguendo tutti i protocolli richiesti e segnalando una ad una tutte le 150 perone che sono state a contatto con la prima operatrice contagiata. Per quale ragione non si vanno a verificare altri casi? Chi deve autorizzare il tampone a ospiti e operatori, e per quale ragione ad otto giorni dal primo contagio a nessuno è venuto in mente di fare il test? Noi ci siamo auto-messi in quarantena, siamo stati trasparenti, comunicando sempre tutto, ma non ci sentiamo adeguatamente protetti. Le procedure di indagine sulle persone entrate in contatto con i contagiati non sono state messe in atto: sappiamo che sono stati messi in quarantena solamente i parenti stretti della prima operatrice».

[pubblicita]Per il momento la struttura sta reggendo, ma con personale ridotto: 18 operatori su 89, tra sanitari e animatori, si sono infatti messi in malattia: «Alcuni certificati sembrano esagerati – ha detto Frigoli -, gli operatori medici e i tecnici hanno il dovere di effettuare un servizio. Chi ha un vero problema di salute ha invece il dovere di stare a casa. Gli altri, li capisco, ma non li giustifico. Per ora ce la stiamo facendo, e dico grazie a chi resiste sottoponendosi a turni pesanti. Ringrazio anche il CdA tutto, oltre a fare le condoglianze alla famiglia della nostra ospite». 

Al momento, invece, per quanto riguarda gli ospiti, non ci sono situazioni di ulteriore criticità: «Abbiamo misurato le temperature – ha dichiarato il direttore sanitario della struttura – e abbiamo registrato un ospite con 38 gradi e uno con 37 gradi e mezzo di temperatura: gli ospiti sono 125, la percentuale è bassa, ma bisogna tenere conto che sono tutte persone fragili, le più esposte al rischio». 

Frigoli ha poi ricordato due categorie di furbetti e fortunati, facendo riferimento ad analoghe strutture che non manifestano la stessa trasparenza nella comunicazione – «La statistica ci dice che non è possibile che tutto questo accada solo a noi» – e alla Rsa di Lecco, che ha avuto la possibilità di controllare tutti i pazienti e gli operatori con il tampone hanno trovato un numero di casi positivi, test che consentirebbe anche a chi lavora da noi di farlo con maggiore consapevolezza. 

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Marzo 2020
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