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Coronavirus, Paolo Viganò: “A Legnano attrezzati per le cure”

Intervista a Paolo Viganò, primario del reparto malattie infettive dell'ospedale di Legnano: "Il nuovo virus ha un tasso di mortalità inferiore rispetto a quello di altre patologie infettive"

Un invito alla prevenzione, ma anche ad evitare esagerati allarmismi per il coronavirus che sta mietendo vittime e la cui diffusione preoccupa il mondo intero. Arriva un approfondimento dal dott. Paolo Viganò, direttore del Reparto malattie infettive dell'ospedale di Legnano che ha incontrato Benedetta e Gaia, due studentesse sedicenni impegnate nel progetto alternanza scuola-lavoro con la redazione di Legnanonews.


[pubblicita]     Il coronavirus e la sua diffusione sono il tema principale delle cronache mondiali, ma è giusto preoccuparsene così tanto? Le precauzioni consigliate da istituzioni, media e social sono veramente efficaci? 

Il dott. Paolo Viganò, primario del reparto malattie infettive dell’ospedale di Legnano, ci ha offerto un approfondimento legato al virus tanto temuto. 

Secondo il medico, il virus si è sviluppato in Cina soprattutto a causa delle precarie condizioni igieniche in cui tanti cittadini vivono. Inoltre, l’abitudine di mangiare animali che vivono in luoghi impuri ha favorito il passaggio del virus (presente negli animali) agli esseri umani. Esclusa, invece, per il virologo, un'origine in laboratorio per un errore umano, durante la preparazione di un'arma batteriologica.

“L'ospedale di Legnano – racconta il medico, rassicurando i legnanesi preoccupati per una ulteriore diffusione del virus – ha i macchinari e le attrezzature necessarie per curare tutti i casi sospetti che, per essere definiti tali, devono presentare caratteristiche specifiche. Sul territorio, poi, abbiamo tre centri autorizzati a lavorare per le ricerche relative al virus. Non è quindi necessario allarmarsi al primo sospetto e ci si può fidare del nostro sistema sanitario".

I provvedimenti recentemente applicati come quello di sospendere i voli con la Cina – spiega ancora il dott. Viganò– sono inutili poiché i cinesi troveranno comunque il modo di raggiungere l’Europa, ad esempio facendo scalo in altri Paesi".  Riferendosi a questo, il medico afferma che “la sanità è attenta, il rischio è presente ma non è possibile e tanto meno necessario sollevare barriere per prevenirlo”.

Il primario continua: “Nel caso si dovesse scoprire il vaccino adatto a contrastare questo virus, l’intervento sarebbe inutile, se non dannoso per l’economia: infatti prima di questo evento il coronavirus sarà già fuori dai riflettori sociali e si sarà già capito che il virus cinese non è affatto pericoloso”.

Sempre con un atteggiamento di massima attenzione, ma anche indirizzato a smontare stereotipi del momento, il dottore commenta la corsa alle mascherine quasi introvabili nelle farmacie: "L'utilizzo è utile agli infetti per non contagiare, ma non lo è altrettanto ai non infetti per tutelarsi". 

Questo nuovo virus – spiega poi il medico riportandoci alla realtà dei fatti e non solo alla percezione del pericolo – ha un tasso di mortalità inferiore rispetto a quello di tubercolosi, HIV, Ebola o di un semplice weekend vissuto incoscientemente”.

La conclusione non può che essere indirizzata alla massima attenzione e prevenzione, secondo i protocolli del ministero della Sanità, ma evitando esagerati allarmismi ed anche ingiustificati comportamenti discriminatori verso chiunque provenga dalle zone più colpite dal virus e verso i cittadini orientali soltanto per le loro origini.

Benedetta Palamidese e Gaia di Girolamo

Redazione
info@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Febbraio 2020
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