Quantcast

Bambini e adolescenti sempre più al telefono e meno con gli amici

A spiegarci la portata del fenomeno la dottoressa Vasile, neuropsichiatra all'ospedale di Legnano - L'intervento parte dai genitori

Adolescenti dipendenti dagli smartphone, per prevenire le conseguenze serve la volontà dei genitori: a spiegarci il fenomeno la dottoressa Gabriella Vasile, dirigente medico del dipartimento di neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Legnano. 

«Nel nostro ambulatorio abbiamo esperienze di adolescenti e di bambini anche di età inferiore che arrivano con segnalazione di utilizzo inappropriato di questi strumenti – racconta la dottoressa -. Normalmente, la motivazione che li conduce al nostro servizio è il fatto che c'è una ricaduta sul funzionamento scolastico e sociale, per cui sono ragazzi che progressivamente tendono ad allontanarsi dalla scuola, dagli impegni sociali, dalle relazioni amicali esterne, dalle attività sportive, mostrando un disagio funzionale correlato. Seguendo poi l'iter diagnostico, quasi sempre si riscontra che c'è un uso massiccio di questi strumenti di comunicazione fatto in maniera veramente inadeguata»

I mezzi di comunicazione sono strumenti che «gli adolescenti usano inizialmente per gioco, poi moltissimo per la comunicazione tra di loro che diventa virtuale a tutti i livelli: i ragazzi hanno una quantità enorme di contatti solo ed esclusivamente gestiti attraverso il cellulare, senza avere mai contatti diretti con gli amici, che però sono presunti amici perché sono effettivamente persone che non hanno mai incontrato».

L'abuso di questi strumenti si può cercare di fermare attraverso un percorso che però risulta spesso impegnativo: «Essendo adolescenti che arrivano da un'esperienza dove è venuta a mancare l'impostazione educativa basata sull'acquisizione di regole e responsabilità, capacità di tolleranza della frustrazione, dell'attesa, è chiaro che non posso dire al genitore di togliere il telefono al ragazzo, perché un intervento così forte su un ragazzino spesso produce una catastrofe in termini di reazione comportamentale. Quindi è veramente difficile intervenire e l'intervento deve agire a diversi livelli, cioè partire dal genitore che deve gestire la situazione e agire sul ragazzino,andando anche a casa perché lui in ambulatorio non vuole venire. Un percorso lungo e impegnativo per il quale abbiamo spesso poche risorse». 

Non solo gli adolescenti sono "vittima" dei mezzi di comunicazione, ma anche bambini molto piccoli: «Questi strumenti vengono dati ai bambini anche in età molto precoce – sottolinea la dottoressa Vasile -. Spesso lo si usa per tranquillizzare il bambino, per tenerlo occupato quando il genitore fa altro, quindi viene poi investito di un interesse e di un uso che non è assolutamente adeguato. Nel bambino però è importante mirare allo sviluppo anche delle competenze relazioni, oggi carente. Hanno sicuramente conoscenze molto ampie, ma le competenze di gestione emotiva e di gestione delle relazioni sono molto limitate, proprio perché la relazione è sempre mediata da altro e non è mai gestita direttamente». 

Redazione
info@legnanonews.com
Noi della redazione di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 22 Novembre 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore