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Riccardo Olgiati: “Liberalizziamo l’uso dei defibrillatori semiautomatici”

L'onorevole legnanese ha preso parte a un convegno, presennte anche Mirco Jurinovich dell'Associazione Sessantamilavitedasalvare

Il deputato legnanese Riccardo Olgiati, raccogliendo l’invito del presidente della Associazione  60milavitedasalvare, Mirco Jurinovich, ha partecipato a Piacenza al convegno internazionale “L’arresto cardiaco nello sport” tenutosi al Campus universitario del capoluogo emiliano in occasione dei festeggiamenti per il ventennale di “Progetto Vita Piacenza”.

Dopo aver seguito i lavori e gli interventi dei massimi esperti nazionali nello sviluppo di progetti di defibrillazione ad accesso pubblico (PAD), Olgiati si è impegnato a fare da tramite con Il neo ministro della Salute Giulia Grillo e la specifica commissione di Palazzo Montecitorio per promuovere un intervento legislativo mirato a superare le principali criticità che frenano la diffusione capillare dei defibrillatori semiautomatici (DAE), con particolare riguardo alla liberalizzazione dell’uso dell’apparecchio, slegandolo dall’obbligo autorizzativo, e alla necessità di realizzare una efficace campagna informativa sull’utilità e la semplicità d’uso del defibrillatore.

Rientrando a Legnano, Riccardo Olgiati ha formalizzato il suo impegno con un messaggio pubblicato sui social:
È stato un vero piacere partecipare al meeting «Arresto Cardiaco nello Sport» organizzato da Progetto Vita Piacenza per i suoi 20 anni di attività. Sono stato attento spettatore ed ho avuto l’onore di conoscere alcuni organizzatori e relatori della giornata con i quali ci siamo ripromessi al più presto di intervenire a livello legislativo per superare i tanti vuoti lasciati dalla legge ed in particolare dal Decreto Balduzzi, varato nel 2013 ma entrato in vigore solo da luglio 2017. La cultura dell’utilizzo del defibrillatore, in ambito sportivo ma non solo, deve essere fortemente implementata verso tutti i cittadini che ancora oggi non conoscono questo strumento fondamentale nel salvare vite o peggio ancora che lo conoscono ma lo guardano con diffidenza per la paura di “fare danni”. E lo Stato deve farsi promotore diretto di iniziative che vadano in questa direzione. L’unico danno che si può fare in presenza di un defibrillatore è quello di non usarlo in caso di necessità!Sono sicuro che grazie all’aiuto di questi esperti del settore e in collaborazione con il Ministro della Salute Giulia Grillo riusciremo a rendere la cardioprotezione il più capillare possibile nel Paese esportando il modello #Piacenza, città più cardioprotetta d’Europa, ed a superare i pregiudizi che spesso causano la morte per mancati interventi. Grazie al Prof. Capucci, alla D.ssa Aschieri, a Mirco, Luca, Mara e tutta l’associazione #60milavitedasalvare per avermi dato questa bellissima opportunità

Togliere il vincolo autorizzativo, previsto dall’art. 2 della legge 120/2001, che oggi limita l’impiego capillare del defibrillatore, significherebbe ritrovarsi con un esercito di 40 milioni di potenziali utilizzatori pronti a salvare vite umane.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Giugno 2018
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