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Medicina Nucleare, Legnano tra i pochi in Italia a usare le Fet Pet

Il dott. Lorenzo Maffioli dell'ospedale legnanese ci spiega come funziona la Medicina Nucleare e quali sono i vantaggi della Fet Pet

Smart News salute alla scoperta della medicina nucleare e della Fet Pet. Con il dott. Lorenzo Maffioli, primario di medicina nucleare all'ospedale di Legnano e Presidente della Sezione di Medicina Nucleare della UEMS (Unione europea dei medici specialisti, l’unica Associazione medica che raccoglie tutti i professionisti specialisti di tutta Europa). 

«La medicina nucleare è una branca della medicina – spiega il dott. Maffioli – nella quale noi effettuiamo sia diagnostica sia terapia. Per fare queste attività ci basiamo sull'utilizzo dei radiofarmaci, veri e propri farmaci marcati con sostanze radioattive che, una volta somministrate, si distribuiscono nell'organismo e si concentrano in alcuni organi e tessuti particolari. Questo ci permette di fare diagnosi e terapie del tutto particolari»

In questo tipo di terapie rientrano quelle per l'ipertiroidismo così come quelle per il trattamento dei tumori con localizzazioni ossee, piuttosto che della prostata o del fegato. All'interno della medicina nucleare viene utilizzata la Pet, tomografo a emissioni di positroni che consente l'acquisizione delle immagini che vengono prodotte dall'organismo una volta che gli è stato somministrato un radiofarmaco specifico. «Noi abbiamo tutta una serie di radiofarmaci che vengono utilizzati – sottolinea il dott. Maffioli -: il più comune è il Fluorodesossiglucosio, zucchero che viene metabolizzato da tumori metabolicamente attivi (linfomi, melanomi). Quasi tutta l'oncologia può essere il fornitore di questo tipo di pazienti che necessitano di questo tipo di esame. Altri tipi di radiofarmaci usati sono per esempio la Colina, per lo studio dei tumori della prostata e della identificazione delle localizzazioni di cellule tumorali all'interno di linfonodi o all'interno dell'apparato scheletrico. Il radiofarmaco Dopa invece viene usato specificatamente per i tumori di tipo neuroendocrino».

Recentemente negli studi condotti dall'unità operativa guidata dal dott. Maffioli è stato introdotto il radiofarmaco Fluoroetiltirosina, «un tracciante che ci permette di seguire il metabolismo degli amminoadici e studiare così i tumori cerebrali: da poco abbiamo cominciato a studiare un paio di pazienti e ne abbiamo altri candidati». Legnano si inserisce tra i pochissimi centri in Italia che usano le Fet Pet e vanta in questo senso risultati positivi: «Il radiofarmaco ha una concentrazione specifica all'interno del tumore cerebrale che consente al neurochirurgo di avere un'informazione completa per riconoscere una recidiva di un tumore cerebrale rispetto alla radionecrosi, un effetto collaterale della radioterapia. Questa informazione può cambiare completamente l'approccio terapeutico nel paziente»

Redazione
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Pubblicato il 15 Febbraio 2018
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