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A letto con l’influenza, «areate la stanza e state a casa»

La dott.ssa Lavazza spiega che tipo di influenza ha colpito milioni di italiani e le buone pratiche per evitare il contagio

Nel video, l'intervista alla  dott.ssa Maria Teresa Lavazza


L'influenza quest'anno ha lasciato scampo a pochi. Un virus devastante che ha messo a letto milioni di italiani e che è stata determinata dal virus di tipo A sottotipo H1N1. I soggetti più colpiti, come sempre, sono stati i bambini e i giovani adulti che non avevano ancora avuto un contatto con il virus influenzale. Ma, come spiega la dott.ssa Maria Teresa Lavazza della Medicina Interna dell'ospedale di Legnano, «la malattia si diffonde anche nelle persone più anziane che, paradossalmente però hanno avuto precedenti contatti che li espongono a rischi di infezione minore, anche se per loro l'influenza è una patologia più importante». 

Probabilmente il vaccino, se maggiormente somministrato, avrebbe garantito una minor epidemia, in quanto «presidio sanitario che mette il paziente al riparo. Funziona abbastanza bene, anche se c'è qualcuno che per motivi personali non risponde in modo adeguato». Il vaccino è quindi consigliato agli ultrasessantacinquenni, a persone che hanno condizioni patologiche che le rendono più esposte al problema dell'infezione influenzale e a tutte le categorie a rischio che lavorano in ambito sanitario.

Difficile ora, per la dottoressa, pensare che ci sarà un nuovo picco: «A gennaio il virus esplica la maggior parte della sua azione infettiva – ha sottolineato -. Sarà da valutare alla fine del mese,quando si terranno i bilanci epidemiologici, se ci sarà stata un'ulteriore recrudescenza della patologia o se, come storicamente avviene a gennaio, l'infezione si sarà invece spenta». Chi si è già ammalato può comunque restare tranquillo perchè non potrà avere ricadute legate all'infezione da parte dello stesso virus, ma resta il fatto che «l'influenza lascia uno stato immunitario debilitato che espone la persona alla possibilità di essere infettata da quelli che vengono definiti i virus simil-influenzali».

L'importante comunque che il malato assuma un comportamento corretto verso chi lo circonda, quindi sarà bene areare la stanza dove soggiorna perchè «l'influenza si diffonde nell'ambiente mediante i colpi di tosse e gli starnuti delle persone infette e far circolare l'aria è uno dei presidi fondamenali di tipo igienico». Un'altra accortezza importante e che «non viene considerata adeguamente» è il lavaggio delle mani: queste possono essere fonte di infezione, quindi è determinante per il contenimento dell'infezione lavarle accuratamente e di frequente, soprattutto dopo aver maneggiato oggetti che potrebbero essere stati contaminati come il fazzoletto. Non solo, nelle prime 24 ore e per 2-3 giorni, quando l'infezione può essere diffusa, sarebbe bene restare in casa ed evitare contatti soprattutto con anziani e bambini. Sarebbe bene anche, tra l'altro, proprio per evitare contagi, non affollare le sale d'aspetto di ospedali e medici di base.

In ultimo, la dott.ssa Lavazza ha sottolineato l'importanza dell'idratazione durante il periodo della malattia. Sebbene l'influenza «può dare febbre anche elevata, malessere generale e sintomi di carattere respiratorio che mettono la persona affetta in condizioni tali da non avere un grande appettito, l'importante è garantire però una buona idratazione, anche se a volte la presenza di vomito e di disturbi intestinali la rende difficile». I liquidi infatti, anche zuccherati, possono aiutare a sostenere la persona affetta.

Redazione
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Pubblicato il 20 Gennaio 2018
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