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La sanità legnanese diventa digitale con il Fascicolo elettronico

Medici generici e clinici sulla piattaforma FSE potranno consultare i dati del paziente ed effettuare diagnosi a distanza...

E' attivo anche a Legnano il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) che offre una visione a 360 gradi dello stato di salute di ogni singolo cittadino. Medici generici e clinici delle Aziende Ospedaliere cosultando la piattaforma FSE avranno a disposizione la "storia clinica" del paziente. In questo modo saranno possibili anche le diagnosi a distanza.

Il nuovo strumento digitale sanitario consentirà di trasmettere dati sensibli in totale sicurezza anche a livello giuridico. A spiegare la novità Antonino Mazzone direttore del Dipartimento di Area Medica dell'Ospedale di Legnano. 

«La creazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) – spiega il dottor Mazzone – , ha come obiettivo fornire ai medici, e più in generale ai clinici, una visione globale e unificata dello stato di salute dei singoli cittadini, rappresenta il punto di aggregazione e di condivisione delle informazioni e dei documenti clinici riguardanti il cittadino, generati dai vari attori del Sistema Sanitario. Il FSE contiene eventi sanitari e documenti di sintesi, organizzati secondo una struttura gerarchica paziente-centrica, che permette la navigazione fra i documenti clinici in modi differenti a seconda del tipo di indagine. Pertanto bisogna considerare il FSE non solo come uno strumento necessario a gestire e supportare i processi operativi, ma anche come fattore abilitante al miglioramento della qualità dei servizi e al contenimento efficace dei costi».

Sempre dal punto di vista dell’abbattimento dei costi della Sanità, ottimizzando le risorse e migliorando l’accesso ai Servizi sanitari ai pazienti, è da intendersi lo sviluppo di più complessi progetti di telemedicina.

«Questi programmi spaziano da servizi di diagnostica a distanza – afferma ancora il prof. Mazzone – ad esempio in radiologia attraverso la trasmissione di dati prodotti da strumenti diagnostici, con possibilità di avere una seconda valutazione clinica su un paziente alle app di tipo clinico medico, che permettono all’utilizzatore di gestire la propria salute attraverso il proprio cellulare educandolo soprattutto alla prevenzione delle malattie, sino veri e propri servizi di visite a distanza attraverso videochiamate. L’utilizzo della telemedicina sta diventando sempre più una scelta terapeutica alternativa, soprattutto nella gestione di patologie croniche che comportano lo sviluppo di complicanze multi organo come ad esempio l’ipertensione arteriosa o il diabete mellito. Tali patologie sono in progressivo aumento in tutto il mondo, così come i costi per la loro gestione. Per fronteggiare questa emergenza sanitaria sono stati sviluppati progetti di ricerca che possano rappresentare un modello gestionale anche per altre patologie croniche».

Ne è un esempio l’iniziativa promossa dalla Fondazione Italiana Diabete che, grazie a un finanziamento ottenuto da Fondazione Intesa San Paolo Onlus, ha promosso un servizio di tele-consulenza e tele-educazione per Pazienti di tutte le età affetti da diabete mellito di tipo 1. Il progetto, nato come studio clinico e portato avanti dalle Diabetologie dell’Ospedale di Legnano e dell’Ospedale Niguarda di Milano, ha permesso di confrontare un servizio di tele-consulenze diabetologiche, dietologiche o psicologiche, eseguite via Skype, con quello delle consueta visite ambulatoriali, dimostrando la stessa efficacia dei due approcci, permettendo ai pazienti seguiti in tele-consulenza un forte risparmio in termini di tempo e di costi (in particolare quelli legati alle assenze dal lavoro o dalla scuola).

«I pazienti si sono dimostrati molto soddisfatti, senza avere la percezione di una scarsa interazione con il Medico – spiega il primario  -. I buoni risultati ottenuti con questo studio spingono a estendere questa esperienza verso un servizio clinico aperto a tutti con un maggior coinvolgimento del medico di medicina generale, in accordo con le nuove direttive sanitarie che sta promuovendo la Regione Lombardia, ovvero favorire e attivare una gestione integrata delle cure nel territorio in prossimità del malato».

Queste soluzioni sono ancora poco diffuse, ma molte presentano certificazione medicale, e sono per tanto affidabili e sicure. Questa branca della telemedicina prende il nome di m-health (mobile health). «Lo sviluppo di applicazioni per Tablet e smartphone – commenta Mazzone – viene incontro, non solo ai pazienti per migliorare la gestione delle patologie e velocizzare la comunicazione con il Curante, ma riveste anche un ruolo molto interessante e importante nel cambiare radicalmente l’approccio clinico – diagnostico nell’assistenza sanitaria».

Se da un lato lo sviluppo delle Innovazioni dì Digitali in Sanità fa passi da gigante, il numero di professionisti che utilizzano tecnologie più all’avanguardia, come la telemedicina, è ancora molto basso, nonostante la percentuale di medici che vorrebbe farne uso sia molto elevata. «Le potenzialità di crescita, dunque, sono enormi – sottolinea il prof Mazzone -. Le ragioni dello scarso utilizzo risiedono per lo più nell’insufficienza di fondi per l’uso di queste applicazioni».

Insomma il digitale è la nuova frontiera dell’assistenza in medicina e come tutti i nuovi settori richiede investimenti in termini economici al fine di migliorarne la fruibilità e l’utilizzo da parte sia dei medici sia dei pazienti.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Luglio 2017
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