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Amcli: «prevenzione e cura per la salute delle donne»

A sottolinearlo, in occasione della "Festa della donna" Clerici primario dell'Ospedale di Legnano...

Proteggere la salute delle donne attraverso una tempestiva diagnosi per prevenire infezioni potenzialmente ad alto rischio per la salute e la fertilità. In occasione dell'8 marzo, Festa della donna, Amcli (Associazione Microbiologi Clinici Italiani) ha voluto richiamare l’attenzione sul tema della prevenzione e utilizzo di cure mirate per ridurre gravi infezioni sessuali che possono danneggiare l'apparato genitale femminile e portare gravi problemi in caso di gravidanza.

A sottolinearlo oggi, lunedì 6 marzo, Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI e Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese. «Sebbene siano stati compiuti importanti passi in questa direzione – commenta il medico legnanese –, resta ancora elevato il numero di casi in cui una maggiore appropriatezza diagnostica e terapeutica potrebbero ridurre l’impatto sul nascituro». 

Le patologie infettive possono sfociare in tumori, infertilità e danni al prodotto del concepimento. Alcuni virus, batteri e parassiti sono i responsabili ogni anno di milioni di casi d'infezione nel mondo con conseguenze gravi sia sulla salute umana sia sullo stato socio-economico.

Il papilloma virus umano (HPV) è ancora oggi tra le patologie più diffuse: un dato allarmante in quanto è responsabile dello sviluppo del carcinoma della cervice uterina. A richiamare l'attenzione sulla questione è Cristina Giraldi, Direttore della Microbiologia di Cosenza e Segretario Nazionale AMCLI: «Siamo innanzi alla seconda neoplasia maligna per incidenza e mortalità nelle donne in tutto il mondo e la prima neoplasia nei Paesi poveri nei quali si verificano oggi l’80% dei casi e dei decessi ad esso correlati. In Italia l’ incidenza e la mortalità per cancro della cervice uterina sono ormai ridotte a livelli di malattia rara con meno di 7/100.000 nuovi casi all’anno. Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie ai programmi di screening iniziati nel 1996 con l’esecuzione del Pap test ed ora, con il Piano di Prevenzione Nazionale, che prescrive di adottare, in tutte le regioni italiane, lo screening basato sulla ricerca del DNA di HPV nelle donne tra i 30 e i 65 anni. Inoltre la riduzione del rischio di lesioni intraepiteliali data dal test HPV DNA permette di estendere l’intervallo di screening dai tre anni del Pap test a cinque anni per l’HPV DNA».

In questi anni, sono stati fatti passi da gigante verso la prevenzione primaria che recentemente è stato attivato un nuovo programma di screening basato sulla ricerca diretta del DNA di HPV nei prelievi della cervice uterina mediante PCR, proprio allo scopo di individuare con maggiore precocità le lesioni pre-invasive. «Inoltre, possiamo contare su un vaccino per la prevenzione primaria unito ad un Recentementeha spiegato Maria Paola Landini, Membro del Consiglio Direttivo AMCLI -, inoltre, è stato reso disponibile il nuovo vaccino 9valente e il nuovo piano vaccinale prevede la vaccinazione non solo per le ragazzi ma anche per i maschi, come da anni viene fatto in altri Paesi. Sono politiche di prevenzione avanzate i cui benefici ricadono su tutta la popolazione presente e futura». 

L’impegno dei microbiologi su queste tematiche è costante. «Non ci stancheremo mai di ricordare in tutte le sedi come occorra non solo promuovere una maggiore conoscenza su questi agenti infettivi ma – commenta il primario legnanese Clerici -, soprattutto, sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti sull’opportunità di procedere con campagne di vaccinazione preventiva. E’ assodato che su queste infezioni le campagne vaccinali sulle ragazze di età inferiore ai 18 anni sono state molto efficaci nella riduzione dei casi».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Marzo 2017
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