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Cerro Maggiore: aumenta la Tari, cresce la polemica

Botta e risposta tra Alex Airoldi (Progetto Comune) e amministrazione comunale

In questi giorni stanno arrivando i bollettini per il pagamento della tassa rifiuti. E a Cerro Maggiore c'è qualche voce di scontento. Tra cui quella di Alex Airoldi, ex candidato sindaco della lista Progetto Comune, esclusa dalle urne dal consiglio comunale.

La Tari, a Cerro Maggiore, ha avuto un aumento di circa il 7%. Come era stato spiegato in consiglio comunale, l'incremento è dovuto a motivi di mercato: nel 2018 i costi di raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti sono aumentati del 63% per gli ingombranti, del 16% per l'umido e del 23% per il secco. La Tari è una tassa che con i suoi introiti deve coprire interamente i costi del servizio.

[pubblicita] Airoldi parla di un aumento dettato da una scelta politica dell'amministrazione. «La lista civica non entra nel merito della scelta, perchè di questo si tratta, una scelta di aumentare la tassazione, ma teme che potrebbe essere non compreso da molti, visto l'aumento della raccolta differenziata effettuata dai cittadini e l'ormai rodato uso corretto dei bidoncini – sostiene Airoldi, che aveva chiesto una serata per spiegare l'aumento -. Progetto Comune quindi propone alla giunta Berra, a fronte di questo aumento, che il Comune fornisca alla cittadinanza i sacchetti per la raccolta. Sarebbe un'azione positiva che crediamo incentiverebbe maggiormente i cittadini».

L'amministrazione comunale, a sua volta, ribatte a queste parole. Dal Comune si afferma che l'aumento della tassa rifiuti «è stato contenuto proprio grazie alla grande capacità ed impegno che cerresi e cantalupesi hanno dimostrato nell'uso del nuovo bidoncini chippato» e si stigmatizza l'effetto scoraggiamento che si potrebbe veder nascere, «tale per cui diminuisce la raccolta, aumentano i rifiuti abbandonati e quindi creando i presupposti di un possibile aumento futuro della tariffa dei rifiuti». L'amministrazione targata centrodestra unito, quindi, chiude con «due doverose precisazioni: il bidoncino chippato è uno strumento di analisi statistica e il suo utilizzo o il numero delle raccolte non incide sul costo della tariffa perché non è puntuale, ma le eventuali differenze dei costi dipendono da elementi soggettivi (superficie dell’immobile, i componenti del nucleo famigliare, eventuali detrazione) previsti dalla legge che non possono essere valutati o variati politicamente. Secondo e più importante punto è dato dall'obbligo normativo della copertura completa dei costi della raccolta. Questa previsione normativa non consente agli amministratori di premiare gli sforzi sulla differenziata, specialmente come nel nostro caso se trattasi di sperimentazione appena avviata».

Redazione
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Pubblicato il 30 Agosto 2019
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