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Comitato Legalità: Noi i “partigiani” del XXI secolo

Si rifanno alla storica Resistenza partigiana i militanti del Comitato legalità per rivendicare la "Legnano liberata" da un incubo e da chi ha dilapidato i soldi dei cittadini

(m. tajè) – Si richiama alla Resistenza e alla lotta partigiana (chissà cosa ne penseranno all'Anpi…)  il Comitato Legalità per rivendicare il ruolo di "liberatore" della città "sia da un incubo sia da un gruppo che già aveva dilapidato i soldi dei cittadini". 
La "liberazione" viene descritta in un lungo comunicato che ricorda con tanti dettagli l'intero "caso Legnano". Fratus, Cozzi e Lazzarini, ovviamente, sono oggetto di duri attacchi per il loro contestato senso di legalità.
Al Comitato, cui va riconosciuta la capacità di aver tenute unite forze politiche e civiche, come mai accaduto in passato, l'augurio, conclusa felicemente la sua missione liberatoria, di manifestare anche la capacità di affrontare con i suoi militanti (forse uno di qua, forse l'altro di là) una campagna elettorale davvero costruttiva per la città.


[pubblicita]    Gli avvenimenti che hanno condotto allo scioglimento del Consiglio comunale di Legnano si sono affastellati in modo talmente accelerato da indurre ad accentrare l' attenzione solamente sugli sviluppi della vicenda più rilevanti ed emozionanti.

Succede così che si può trascurare o dimenticare da cosa la città e' stata liberata e che qualcuno se lo chieda sui social.

Dobbiamo invece ricordare i fatti fondamentali per impedire che si ripetano il malaffare e il malgoverno ed anche per valutare adeguatamente chi, dopo essere stato nell'ombra e non aver preso posizione, ora pensa di proporsi alla guida della città come se niente fosse successo e magari come una ragionevole e di buon senso via di mezzo tra Fratus e il comitato Legalità a Legnano.

Non può essere accettabile una via di mezzo tra chi spadroneggiava in città e chi si è opposto con una lunga e dura battaglia nel nome del civismo.

Per comprendere cosa stava accadendo è opportuno risalire al periodo delle prime due giunte Cozzi, quando il medesimo gruppo di potere della giunta Fratus operava con grande disinvoltura e a danno della città, promuovendo il piano regolatore delle tangenti e degli arresti e causando disastri all' AMGA.

Questa società controllata dal comune di Legnano si era indebitata in misura enorme soprattutto a causa della realizzazione tecnicamente ed economicamente folle e non rispondente agli interessi pubblici del teleriscaldamento.

Chiara Lazzarini, quando successivamente è diventata presidente di Amga ha aggravato la situazione ed ha occultato con bilanci falsi il dissesto della società. Sotto la sua gestione sono successe cose impensabili, come per esempio il pagamento di imposte per circa 9 milioni di Euro che non sarebbero state dovute perché la società era in perdita, ed il pagamento di premi di produzione ai dirigenti motivati con utili inesistenti.

Il presidente che le è subentrato si è trovato una società al lastrico, con i creditori che protestavano, con le banche sul piede di guerra e senza disponibilità di cassa per tacitare chi avanzava pressioni per essere pagato. Ha subito compreso le falsità contabili e ha adottato provvedimenti drastici per evitare il fallimento e risanare l'azienda che presentava oltre 100 milioni di debiti.

Il comune di Legnano insieme ai Comuni soci di Amga ha allora deliberato di promuovere una causa contro Lazzarini e gli altri amministratori, nella quale è stato richiesto un risarcimento dei danni di 23 milioni di euro.

Lazzarini e' stata anche sottoposta a un processo penale con l'imputazione della falsificazione dei bilanci sociali, che però è finito in nulla per l'intervenuta prescrizione, mentre la causa civile e' tuttora in corso.

Nonostante tutto ciò, Fratus e Cozzi hanno avuto la spudoratezza di nominare Lazzarini assessore creando così i presupposti per definire la causa in modo favorevole a Lazzarini e rinverdendo i fasti della vecchia giunta Cozzi nella quale Fratus era vicesindaco.

La stessa Lazzarini ha prestato subito attenzione ad AMGA, alla quale pur essendo formalmente avversaria in una causa di enorme importanza già dava disposizioni, come è risultato dalle intercettazioni della Procura.

Dopo aver votato in giunta una delibera che prevedeva un impressionante perdita di capitale sociale di circa 19 milioni dovuta in massima parte al disastro del teleriscaldamento, ha comunicato alla stampa l'intenzione di affidare ad AMGA senza bandi pubblici l'illuminazione pubblica della città e il suo adeguamento ad un costo molto elevato.

Eppure AMGA non dispone di alcuna competenza in materia e sarebbe stato palesemente illegittimo l'affidamento diretto senza coinvolgere società molto importanti e con capacità tecniche e gestionali molto elevate, quale ad esempio l' ENEL, che sicuramente avrebbero potuto esporre prezzi più convenienti.

Il senso di legalità però non apparteneva a Fratus, a Cozzi e a Lazzarini, come ha osservato il PM che li ha arrestati. E poi sarebbe stato oltremodo interessante gestire gli appalti che AMGA avrebbe dovuto affidare a terzi non essendo in grado di svolgere il servizio.

Come è emerso dall'indagine penale la triade Fratus, Cozzi e Lazzarini aveva inoltre avviato una campagna per piazzare nei posti giusti e decisivi loro fiduciari che garantissero incondizionata ubbidienza.

Naturalmente proprio Lazzarini si è occupata di far confezionare su misura per chi aveva prescelto il bando del concorso per il posto di direttore generale di Amga , che costituiva una figura strategica per gestire l'affare dell' illuminazione pubblica.

È ricomparso pure l' architetto Ranzani, che era stato l'autore del piano regolatore delle tangenti della prima giunta Cozzi e che ha ricevuto un importante incarico di sistemazione del centro cittadino con una previsione di spesa enorme.

Si era ricomposta così l'organizzazione che aveva tenuto in pugno la città quando Cozzi era sindaco.

A seguito della rivolta morale che aveva privato il Consiglio comunale della maggioranza dei componenti e che avrebbe dovuto comportare la decadenza del consiglio e nuove elezioni, il gruppo Fratus, Cozzi e Lazzarini ha resistito oltre ogni limite per mantenere il potere. Addirittura Fratus e' giunto al punto di revocare le dimissioni anche se era agli arresti.

E' anche stato indotto il difensore civico regionale a compiere atti illeciti per surrogare un Consigliere e ripristinare il numero minimo di consiglieri in carica. Fratus ha poi resistito in giudizio oltre ogni limite di ragionevolezza.

La battaglia del comitato Legalità a Legnano e la vittoria finale hanno comportato la fine di un incubo.

Tornando al quesito posto nel titolo, si può rispondere quindi che Legnano e' stata liberata sia da questo incubo che da un gruppo che già aveva dilapidato i soldi dei cittadini e che si apprestava a soffocare la città con il suo asfissiante potere.

COMITATO LEGALITÀ A LEGNANO

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Agosto 2019
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