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Potenziamento Rho-Gallarate, spaccatura nel M5S tra il territorio e i “piani alti”

I gruppi locali del M5S prendono le distanze dagli onorevoli Olgiati e Invidia e dal consigliere regionale De Rosa sul progetto per il potenziamento della tratta Rho-Gallarate

Spaccatura nel Movimento 5 Stelle sul progetto per il potenziamento della tratta ferroviaria Rho-Gallarate: i gruppi pentastellati di Cerro Maggiore, Nerviano, Parabiago, Pogliano Milanese, Rescaldina e Vanzago, infatti, hanno preso le distanze dalla posizione dei parlamentari Riccardo Olgiati e Niccolò Invidia e del consigliere regionale Massimo De Rosa, che avevano accolto con favore lo sblocco di 500milioni di euro da parte del CIPE nonostante la comprensione manifestata per le proteste di chi è schierato contro l'opera e la sottolineatura che il progetto dovrà essere perfetto.

Prima di tutto, per gli attivisti del territorio «si parla impropriamente di potenziamento della tratta Rho-Gallarate, ma finora il progetto in discussione e potenzialmente finanziato è solo il lotto Rho-Parabiago, quindi i problemi della tratta sicuramente permarrebbero a monte e a valle del tratto di 9 km. Il triplicamento della linea Parabiago-Legnano-Castellanza-Busto Arsizio e Gallarate non verrà realizzato. Il progetto di raccordo previsto tra le Ferrovie Nord e dello Stato (raccordo a Y) , è pressoché a livello di proposta ideativa e dai comuni di Castellanza e Busto Arsizio viste le lacune è stato chiesto al CSLP di stralciare tale progetto».

[pubblicita]«Il fatto che il CIPE abbia già stanziato la somma di mezzo miliardo di euro per un progetto ancora non approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e per un lotto che sarà di soli 9 km Rho-Parabiago – sottolineano i pentastellati – non ha modificato la posizione dei gruppi Movimento 5 Stelle di Parabiago, Nerviano, Pogliano, Vanzago, Rescaldina e Cerro Maggiore che è sì favorevole all’incentivazione del trasporto su ferro e del telelavoro da casa, ma di ragionata contrarietà all’inconcludente progetto di RFI/Trenord».

«Tale progetto – continuano i gruppi locali del M5S – non "impatterà positivamente sulla qualità della vita dei cittadini" a meno di non ritenere, in sintesi, lo sperpero inutile di soldi pubblici un "impatto positivo". Con le sorprendenti dichiarazioni gli eletti pentastellati – onorevole Olgiati, onorevole Invidia e consigliere regionale De Rosa -, contraddicendo anche le proprie precedenti esternazioni, hanno contravvenuto alla consuetudine di chi è appunto "portavoce" del Movimento 5 Stelle nelle istituzioni, ovvero portare le posizioni espresse dai gruppi di attivisti del Movimento sul territorio».

Le criticità, per gli attivisti del territorio, rimangono tante. «Per le modalità e le previsioni contenute nel progetto, il Movimento 5 Stelle (attivisti ed esponenti locali) si è sempre dichiarato contrario alla realizzazione dell’opera. A riprova della bontà della posizione assunta dal M5S va ricordato che anche il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici dalla sua prima presentazione dieci anni fa, ha bocciato il progetto diverse volte. Anche il TAR nel 2012 si è espresso negativamente e lo ha annullato. Il 24 maggio scorso il progetto è stato respinto per l’ennesima volta per il permanere di numerose e sostanziali lacune tecniche». 

«Nonostante siano stati spesi già circa 20 milioni di soldi pubblici negli anni per elaborare tale progetto, lo stesso ha collezionato un record di pareri negativi che ne evidenziano la discutibilità tecnica, che infatti prevede un ampliamento della sede ferroviaria (raddoppio) nell’attuale corridoio ferroviario, portando i treni a ridosso dell’abitato di molti paesi tramite la confisca e l’abbattimento di edifici, rendendolo incompatibile con il tessuto abitativo circostante. Da questa incompatibilità del progetto con il territorio, nascono una serie di problematiche che dopo dieci anni risultano irrisolte, permanendo i gravi impatti ambientali come rumore, vibrazioni, rischi per la sicurezza, consumo di suolo a scopo cementificazione, cantierizzazione per diversi anni di centri abitati e aumento di traffico pesante con ripercussioni sulla viabilità oltre ai prevedibili effetti sull’attuale circolazione ferroviaria della tratta stimati per i prossimi cinque anni».

Il problema, insomma, per i gruppi locali del M5S va affrontato «partendo da una prospettiva diversa, agendo sul materiale rotabile, sulla manutenzione e su alcuni interventi mirati nelle stazioni interessate. I cittadini del territorio, anche pendolari, sanno perfettamente che i disservizi dipendono in gran parte dai guasti e dalla gestione inefficiente del materiale rotabile, delle emergenze e del modello di esercizio». 

Redazione
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Pubblicato il 02 Agosto 2019
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