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Accam: “La salute dei cittadini non è in vendita”

Legnano in Comune e Sinistra e Costituzione prendono nettamente le distanze dalla decisione di prolungare la vita produttiva di Accam

Legnano in Comune e Sinistra e Costituzione prendono nettamente le distanze dalla decisione di prolungare la vita produttiva di Accam. In un comunicato, infatti, lamentano scarsa attenzione per la salute dei cittadini, per i problemi ambientali e per le garanzie di carattere finanziario sull'operazione. 


Quando abbiamo letto l’ordine del giorno del consiglio comunale, convocato per il giorno 19 novembre, che al punto 14 recitava “indirizzi in merito alla società ACCAM e ad ipotesi di riassetto societario” ci ha assalito un dubbio. Anzi, una quasi certezza: l’impianto non sarebbe stato chiuso nel 2021.

La conferma veniva data dal voto dell’assemblea civica legnanese e le motivazioni erano soprattutto di carattere economico-finanziario. Ma ci chiediamo:  qualcuno ha intenzione di pensare un po’ anche alla salute dei cittadini? I sindaci si ricordano di esserne i primi responsabili ? L’impianto ACCAM è forse il più vetusto della regione e questo ci porta a credere che non sia tra i più affidabili dal punto di vista  ambientale.

I fumi che fuoriescono dai camini sono veramente innocui? Perché i cittadini non vengono informati quando si superano i limiti di legge?

 Consideriamo poi che viviamo in un territorio già ampiamente inquinato ed ogni ulteriore immissione, anche minima, può causare un forte peggioramento della qualità dell’aria che respiriamo.

L’impianto avrebbe dovuto  cessare l’attività già nel 2017, chiusura poi prorogata al 2021 e adesso ulteriormente al 31 dicembre 2027. Con quali garanzie? La chiusura avverrà realmente? Ci saranno i fondi per avviare la necessaria bonifica dell’area?  Quale miracolo dovrebbe avverarsi perché tali fondi  si possano trovare nel 2027, vista  la situazione finanziaria oggi già estremamente critica (costi che superano ampiamente le entrate)?

 Sorge il dubbio che dopo tale data, in assenza di fondi necessari, l’attuale impianto resti ulteriormente in funzione.

Non dimentichiamoci, inoltre, che a poche centinaia di metri, a Legnano in via Novara , è previsto un impianto di biometano. A rifiuti si sommano rifiuti, a veleni si sommano veleni. Qualcuno aveva calcolato che l’apertura del nuovo impianto avrebbe coinciso con la dismissione di quello di Borsano, ma purtroppo ci ritroveremo ora con due impianti al posto di uno.

Dire ora “noi l’avevamo detto” non serve a molto, ma bisognerebbe sempre ricordare che troppo spesso l’aspetto ambientale viene piegato alle ragioni economiche.

Non ci resta che continuare a muoversi per sensibilizzare i cittadini a questo che non è solo un pallino degli ambientalisti, ma è soprattutto una questione di salute delle persone. Altre sono le strade da percorrere in tema di rifiuti: ma ci deve essere la lungimiranza e la volontà di imboccarle. Per ora a Legnano non se ne vede traccia.

Legnano in Comune – Sinistra e Costituzione 

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Dicembre 2018
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