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Accam: la Lega bustocca pro-chiusura al 2021

Dopo le dichiarazioni del segretario Speroni, M5S di Legnano invitia il sindaco Fratus ad effettuare un’attenta analisi e a sposare la linea dei suoi colleghi bustocchi. 

Il M5S di Legnano interviene dopo le dichiarazioni del segretario della Lega Nord di Busto Arsizio, Francesco Speroni, che ha preso una posizione sul futuro della società Accam chiedendo la chiusura al 2021 e non al 2027 come prevede il nuovo Piano Industriale. Questa la dichiarazione: «Non siamo nemici di ACCAM, non vogliamo il fallimento della società, però si deve spegnere nel 2021, come da delibera votata da tutti. E quindi trovare soluzioni. Ad esempio uscire dall’in house e conferire rifiuti anche dai comuni non soci, per arrivare a quella data con i conti della società a posto». 

«Noi del M5S – scrivono in una nota stampa Riccardo Olgiati e Andrea Grattarola del M5S – stiamo lottando da anni su questa vicenda. Volevamo la chiusura al 2017, poi abbiamo accettato controvoglia il prolungamento al 2021 al solo fine di evitare il fallimento, scenario da scongiurare. Adesso di fronte alla richiesta di un altro prolungamento al 2027, peraltro non supportata da nessun piano industriale che dimostri la sostenibilità della scelta, dietro al quale si palesa la volontà del mantenimento a vita dell’inceneritore, già annunciata durante l’ultimo consiglio comunale di Busto proprio dal sindaco Antonelli, siamo costretti a riflettere e ponderare ogni possibilità per perseguire lo spegnimento degli impianti al 2021. Per queste ragioni oggi ci sentiamo di condividere la linea espressa dalla Lega di Busto. Se il problema sono i conti della Società che non sono in ordine e che necessitano di ricavi maggiori per ripianare le perdite di una gestione inefficiente, siamo disposti ad accettare l’uscita della società dalla gestione in-house, a far funzionare l’inceneritore nelle migliori condizioni economiche possibili affinché si ripianino le perdite in questi 3 anni, ma ciò imprescindibilmente legato ad una condizione da rispettare: la chiusura della società al 2021».

«Come M5S Legnano – proseguono i pentastellati – invitiamo il sindaco Fratus ad effettuare un’attenta analisi e a sposare la linea dei suoi colleghi bustocchi. Più volte ci siamo interfacciati con lui su questo tema alla ricerca di una soluzione che portasse al rispetto della chiusura al 2021 prevista dal piano industriale vigente (che ricordiamo ad oggi non è mai stata cambiato da nessuna delibera successiva a quella votata anni fa dai consigli comunali dei comuni soci). Abbiamo sempre trovato il confronto con il sindaco leghista Fratus, intellettualmente onesto. Il problema messo in evidenza dal sindaco è sempre stato quello relativo all’ammortamento delle perdite. Oggi ci apriamo ufficialmente alla possibilità di cambiare modello di gestione della Società, consentendole di andare sul mercato e procacciarsi i ricavi che le servono, senza stare ad attendere i conferimenti dei Comuni soci. Caro sindaco, svincoliamoci dalla gestione “in-house” e sfruttiamo questi 3 anni per ripianare le perdite smaltendo rifiuti anche dall’esterno. Di fronte a noi abbiamo l’alternativa di vedere Accam diventare privata e incenerire per decenni rifiuti di ogni parte. Togliamo l’alibi a questo CdA di non riuscire a mettere i conti in ordine per colpa dei vincoli della legge 175/2016 e per colpa dei diversi comuni che conferiscono altrove. Noi davvero cerchiamo di raggiungere il risultato per il quale combattiamo da anni e cioè quello di regalare a chi verrà dopo di noi un territorio migliore ed un ambiente più sano».

Di seguito il comunicato stampa del Movimento5Stelle di Busto Arsizio


Ci fa piacere che finalmente anche la lega prenda una posizione chiara su Accam. Più volte palesata, ma mai fino ad oggi veramente ufficializzata. Una decisione che riporta finalmente l’interesse dei cittadini al centro della politica. Noi lo abbiamo detto più volte negli ultimi tempi: il piano industriale voluto da Accam presenta enormi criticità: dal bacino di utenza che deve passare da 425.000 a 550.000 abitanti, ai ricavi che sembrano provenire per la maggior parte da conferimenti extra-consorzio (incompatibile con la gestione In house providing) o che aumentano considerevolmente già nel 2018 (peccato che siamo a ottobre e ci stanno prospettando il rischio fallimento), ai costi aziendali che rimangono altissimi fino al 2021 per via del contratto con Europower (6 mln all’anno di costi per personale e manutenzioni), ecc… In consiglio quindi ci troveremo sicuramente concordi nel votare contro il posticipo della chiusura dell’inceneritore. Anzi a questo punto per noi continua a valere il piano C3, votato a maggioranza dai soci nel 2016, che prevede la chiusura in bonis della società al 2021. Le alternative del tavolo tecnico, per un futuro ambientalmente più sostenibile della società, questo cda, di nomina politica, non ha voluto nemmeno metterle sul tavolo e se ne prenderà tutte le responsabilità. Se il problema di Accam per arrivare alla chiusura in bonis nel 2021 è quello di uscire dall’in house siamo anche disponibili a valutare, e anche i sindaci dovrebbero essere disponibili a valutare, questa possibilità perché la scusante del fallimento imminente (usata già nel 2016) non è oggi accettabile; non certo dopo che Accam ha svalutato il 90% del suo patrimonio per ammortizzare l’impianto e i debiti, non certo dopo che la presidente Bordonaro un anno fa garantiva che l’investimento dei nuovi filtri (per 4mln di euro) era tranquillamente assorbibile nei 4 anni successivi. La società si impegni a portare alla prossima assemblea un prospetto con un piano di chiusura al 2021 come se agisse fuori dall’in house, quale alternativa all’unico piano industriale proposto. Così si supererebbe anche il problema, più volte evidenziato dalla presidente, di alcuni mancati conferimenti da parte dei soci, che non permettono di raggiungere i ricavi previsti. Come dichiara Speroni, segretario della lega, il voto sul piano industriale di Accam dovrà passare dal consiglio comunale, che non ha dato un mandato in bianco al sindaco, anzi, la delibera votata nel 2016 ribadiva a chiare lettere la chiusura dell’inceneritore al 2021. Ad oggi la lega si è espressa e noi ci auguriamo che non cambi idea, facciamo a questo punto un appello alle forze di opposizione, in particolare a Busto al Centro nelle cui fila siedono due medici che non possono ignorare le evidenze dell’analisi epidemiologica sulle ricadute dell’inceneritore fatta da ATS, e al Partito Democratico che purtroppo ultimamente sta facendo in più occasioni da stampella alla maggioranza, affinché questo tema non venga trattato ai fini di uno scambio di “cortesie” in vista delle elezioni provinciali, perché ne va della salute della popolazione per i prossimi 20 anni. Movimento 5 stelle Busto Arsizio

Movimento 5 Stelle Busto Arsizio

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Ottobre 2018
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