Riceviamo e pubblichiamo:

Il 22 ottobre i cittadini lombardi sono chiamati a votare il Referendum ispirato dalla Lega Nord e sostenuto da tutto il centrodestra in Regione, dove è stato approvato anche con i voti del M5S.
Sebbene il Consiglio Regionale abbia deliberato di procedere a questo referendum consultivo fin dal febbraio 2015, incaricando il presidente di provvedere a indirlo, per due anni e mezzo non si è fatto nulla, salvo fissare la data a ridosso delle elezioni.
Per quale motivo? 
Per farsi campagna elettorale a spese dei cittadini? 
E a quale prezzo? 
Le cifre divergono, ma la convocazione del 22 ottobre costerà tra i trenta ed i cinquanta milioni di Euro ai cittadini Lombardi. 
Per ottenere cosa?
Si tratta di un referendum comunque privo di qualsiasi forza vincolante e ambiguo, perché delega “in bianco” la Regione a chiedere più autonomia su non si sa bene cosa.
Legnano in Comune ritiene la partecipazione, in tutti i suoi aspetti, momento fondante della democrazia. Ma l’uso distorto, sminuente e strumentale dell’istituto referendario rappresenta un vero e proprio sfregio ai principi di partecipazione democratica.
Legnano in Comune invita a non cadere nella trappola di Maroni e si attiva nella città per illustrare ai cittadini i motivi e spiegarne le ragioni, sviluppando una campagna di informazione sull’inutilità e sulla strumentalità di questo referendum.
LEGNANO IN COMUNE sostiene la non partecipazione al voto del 22 ottobre.

Legnano in Comune