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Quando la cronaca nera diventa “Nostalgia del sangue”

Un noir avvincente ed ironico, che unisce due generazioni di giornalisti nella caccia a due generazioni di serial killer

Nostalgia del sangue
di Dario Correnti
ed. Giunti
€ 19,00


Uno dei titoli che ho amato di più fra i vincitori del Premio Selezione Bancarella è di sicuro "Nostalgia del sangue" di Dario Correnti (pseudonimo dietro cui si nasconde una coppia di talentuosi quanto misteriosi autori).

Un noir avvincente ed ironico, che unisce due generazioni di giornalisti nella caccia a due generazioni di serial killer… O meglio, ad un serial killer che ha deciso di ricalcare le gesta del primo serial killer italiano: Vincenzo Verzeni, l'ottocentesco "vampiro di Bottanuco" che divenne addirittura oggetto di studio di Lombroso.

Partendo dai luoghi in cui Verzeni mieteva vittime, il nuovo "vampiro di Bottanuco" ne ricalca anche il modus operandi: spilli sulla scena del crimine e morsi sui cadaveri di donne straziate all'inverosimile, con crudeltà e metodo. 

Ecco così che, per l'ennesima volta, si accendono i riflettori della cronaca su una provincia che sembra essere l'ambiente preferito da questi mostri che si muovono nel buio: una provincia del nord Italia, dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove "riservatezza" è il nome che si attribuisce a un'omertà che non ha niente da invidiare a quella dei paesi dove comanda la mafia.

A raccontare ai lettori le imprese di questo nuovo assassino così simile al killer ottocentesco e, ad un certo punto, a tentare in prima persona di dargli la caccia, una coppia di cronisti che fa delle proprie differenze la propria forza: Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del prepensionamento – disilluso, etico e amaro, capace di raccontare divertenti aneddoti sulla vita del giornalismo "che fu" mentre mangia chilometri per vedere una scena del crimine – e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti, detta ''Piattola''. Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore, priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l'ha segnata nell'infanzia e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt'altri mezzi, Ilaria è un mix di coraggio e paura.

Un uomo anziano e una ragazza rappresentanti emblematici delle due categorie più deboli della società italiana di oggi, uniscono la loro fragilità e le loro impensabili risorse per raccogliere la sfida lanciata dal male. E proprio quando il rischio sarà tale da non lasciare presagire nulla di buono, capiranno che "non è finita finchè non è finita" e che arrendersi non è davvero da loro…

Un thriller avvincente, che non lascia spazio alla noia.

Amanda Colombo – Galleria del Libro

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Luglio 2018
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