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Un romanzo storico eccezionale “Le assaggiatrici”

Ecco un romanzo che sa catturare il lettore 

Le assaggiatrici
di Rosella Postorino
ed. Feltrinelli
€ 17,00


Ecco un romanzo che sa catturare il lettore fin dalle prime pagine, mettendolo davanti alla più semplice e terrificante delle domande: "Ma io, al suo posto, come avrei fatto?". Un romanzo dove luci e ombre si mischiano, in cui anche le vittime si sentono in colpa, in cui la Storia prevale sull'umana compassione e fa vincere l'istinto di sopravvivenza.

Perchè essere una delle assaggiatrici di Hitler è proprio questo: essere una vittima, che però si sente in colpa per i privilegi di cui gode; essere una pedina della Storia che per sopravvivere è disposta a tutto.

La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. L'incarico di assaggiatrice non le è stato proposto: le è stato imposto, come tutto in quegli anni terribili. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo del Führer non sia avvelenato.

Nell’ambiente chiuso della mensa, nelle lunghe ore di angosciosa attesa, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla, perchè si sente sola e vorrebbe avere almeno un'amica, visto che il marito se l'è preso il Führer. Magari proprio Elfriede, che sembra la più dura e la più forte.

Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità invisibile ma reale – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito. Bisogno d'amore? Disperazione? Istinto di conservazione? Paura? Forse tutte queste cose insieme. Rosa è come un vaso di Pandora, sempre sul punto di rompersi.

Rosella Postorino non teme di addentrarsi nell’ambiguità delle pulsioni e delle relazioni umane, per chiedersi che cosa significhi essere, e rimanere, umani. Ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Come lei, i lettori si trovano in bilico sul crinale della collusione con il Male, della colpa accidentale, protratta per l’istinto – spesso antieroico – di sopravvivere. Di sentirsi, nonostante tutto, ancora vivi.

Non si esce del tutto assolti, da questa lettura. E credo che questo ci faccia un gran bene. Per non dimenticare.

Mai.

Amanda Colombo – Galleria del Libro

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Gennaio 2018
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