1 Aprile 2020

[pubblicita]Un'altra testimonianza dalla… trincea degli ospedali. E' quella di una giovane neo dottoressa legnanese impegnata nei reparti dove tutti i giorni si lotta contro il virus. Un pensiero carico di emozione, ma soprattutto di vicinanza e di partecipazione alle sofferenze dei pazienti e alle preoccupazioni dei famigliari. Certo, emerge tanta tensione, ma con medici dotati di questa sensibilità, con giovani che dimostrano tanta attenzione al prossimo, quanta speranza per un futuro più sereno!

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Ieri. Oggi. Si vive di alti e bassi, di piccole gioie quotidiane, degli sguardi e dei piccoli gesti di gratitudine di chi ce la sta facendo. Ho comprato delle piante affinché mi tengano compagnia e per quanto possa sembrare stupido prendermi cura di qualcosa nel suo piccolo mi regala dei piccoli momenti di spensieratezza.

Le giornate sono scandite dai turni e dalle videochiamate, dalla voglia di tornare a casa e dalla paura di quello che possa causare un ritorno. Dai momenti in cui pensi che tutto tornerà alla normalità, ai momenti in cui pensi invece che nulla possa tornare come era prima, non tu non dopo quello che hai visto. Gli occhi del paziente che non ce l’ha fatta non si cancellano, ti rimangono addosso, ti rimangono dentro e li puoi vedere, se solo ti fermi. Le parole della figlia di un paziente che sai che morirà, di lei che ti chiede solo di poter dire al padre che tutti gli vogliono bene e che non lo dimenticheranno non te le scrolli di dosso e allora ti chiedi come possa tornare tutto come prima.

Isabella Rotondella