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“Riuniamo tutte le realtà albanesi presenti a Legnano”

24 Giugno 2019

Riunire tutte le realtà albanesi presenti a Legnano. E' il sogno-progetto di Aleks Vulaj, ben noto ai lettori di Legnanonews per le tante conferme di perfetto insermento nel tessuto sociale del territorio e nella ricerca di una visibilità, allo scopo di valorizzare l'impegno dei connazionali presenti in città. Oggi Aleks ci propone un racconto, ispirato appunto al desiderio di "riunire a Legnano tutte le associazioni albanesi, cercando di intrecciare le culture per conoscersi meglio e promuovere gli scambi interculturali".


[pubblicita]  Vorrei condividere con voi questi pensieri e sentimenti  immergendomi tra storia e attualità che a mio modesto parere non sempre viene a galla con tutto il suo splendore tramandato nei secoli. 

Le storie di riferimento sono due persone arberesh a me care che già dal primo impatto che ho avuto con loro mi hanno fatto sentire il loro orgoglio ad appartenere alle origini albanesi e cosi facendomi sentire a mio agio. Loro sono Vincenzo Granolla  originario di Ginestra provincia di Potenza, ma residente a Legnano. e Domenico Imbrogno di Frascineto, provincia di Cosenza e residente nella provincia di Bergamo.

Vincenzo fa il capo officina e  l'ho conosciuto al lavoro dieci anni fa e le prime parole sono quelle in albanese per noi un po' antico, ma l'ho capito lo stesso. Con Domenico, Mimmo per gli amici, ci siamo conosciuti in una festa delle culture a Lecco organizzato dal gruppo di ballo "Shqiponjat", dove ci ha emozionato con la sua chitarra e i bellissimi canti arberesh che  forse noi adesso "nei tempi moderni"  abbiamo messo nel  dimenticatoio . 

Dopo la caduta del regime non si è aperto solo un mondo a noi sconosciuto, ma finalmente si scoprono le numerose comunità albanesi nel mondo e soprattutto nella vicina Italia.

Nei primi anni quando arrivai in Italia e precisamente a Messina, Sicilia, cercavo sempre di mettere in confronto italiani  e albanesi a chi erano i più bravi, migliori. I film di mafia avevano sfondato dopo gli anni '90 anche in Albania con La Piovra, però dall'altra parte la cronaca specialmente al nord Italia era piena dei furti e  arresti  dei giovani albanesi. Nello stesso tempo quando partivo nel '98 per Messina avevo abbastanza  paura pensando che tutti i siciliani fossero mafiosi.   Ma con il passare degli anni mi rendevo  conto che continuavo a guardare  solo una parte della stessa medaglia, perché c'è tanto di buono e che spesso non viene fuori e non è nelle prime pagine delle cronache nazionali. Anzi mi vergognavo pure ad  ammettere la mia provenienza, spesso alla domanda di dove sei…? Partiva già il pregiudizio: "tanto sono tutti uguali".

Tornando ai giorni nostri e gli arberesh che vorrei approfondire con voi mi sento di dire che loro rappresentano il vero ponte tra le due sponde dell'Adriatico. Nessuno di noi decide dove nascere ovviamente, ma possiamo decidere dove e come vivere grazie a tante persone buone pronte a dedicarsi agli altri in modo gratuito. 

Il mio capo officina Vincenzo mi parla spesso appassionatamente della sua Ginestra, degli albanesi che la hanno ripopolata anni fa, delle tradizioni storiche, culturali, religiose e  gastronomiche  tramandate nei secoli fino ai giorni nostri.

Mimmo mi racconta dell'accoglienza che hanno avuto allora i profughi albanesi provenienti da Cameria (confinante Grecia) dal Vescovado di rito bizantino che cura tutta la parte sud per quanto riguarda i paesi arberesh

Oggi conosciamo diverse comunità e associazioni di arberesh che collaborano  perfettamente tra loro e sono  ben organizzati con gruppi folkloristici, prodotti tipici gastronomici. Una di quelle è "Il gruppo Vellezerit Arberesh" nato nel 2015 con uno scopo di un continuo studio di ricerca dei vecchi canti e tradizioni culturali.

Il nostro obbiettivo dall'inizio – ci dicono –  è stato quello di fare conoscere in tutto il mondo le nostre tradizioni e fare capire a tutti i nostri fratelli albanesi l'importanza della nostra lingua, costumi e tradizioni. Solo cosi possiamo vivere ancora la nostra patria. Se sappiamo chi eravamo, affronteremo anche il futuro con orgoglio e fierezza, e noi dobbiamo essere tutti uniti e collaborare di più tra di noi. Un popolo con questi radici nel cuore dell'Europa e con personaggi come Giorgio Chastriota fino ai tempi nostri Santa Teresa di Calcutta non può che avere un futuro che fiorente. Perfino dei papi hanno avuto origini albanesi come papa Clemente XI, oppure chiamato papa Albani. 

Il mio grande desiderio, un mini progetto se possiamo chiamarlo, è così di potere  riunire a Legnano tutte le associazioni albanesi, cercando di intrecciare le culture per conoscersi meglio e promuovere gli scambi interculturali.

Arrivederci! Mirupafshim!

Aleks Vulaj

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