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“Fratus e Cozzi parlano contemporaneamente due linguaggi completamente diversi”

22 Maggio 2019

Buongiorno Direttore,

la bella lettera di Giuseppe Assuntino su “Piazza Pulita” sollecita in me una riflessione non tanto sulla sua lettera (con la quale concordo pienamente) quanto su altri aspetti che ritengo importanti e che potrebbero offrire materia di ulteriori riflessioni.

Mi spiego subito.

Ai tempi di “Mani pulite”, quindi un bel po' di anni fa, mi aveva molto impressionato il caso di un politico che a Genova tenne un giorno un discorso di commemorazione in ricordo di Giacomo Matteotti. Uno di quei discorsi focosi, sanguigni, emozionali…

Tra il pubblico c'erano anche due carabinieri che molto probabilmente non applaudirono con gli altri. Aspettarono pazientemente che finisse il discorso, il tempo di scendere la scaletta e poi le manette ai polsi. Il giorno dopo venimmo a sapere tutto del politico comiziante: mariuolo, corrotto, intrallazzatore ….

A Legnano quante volte è accaduto un fatto simile?

Ricordo che quando Cozzi era sindaco (vent'anni fa circa) non mancava mai al Giorno della Memoria al Cinema Ratti e di fronte a una platea di studenti parlava con enfasi del “Dio che è morto ad Auschwitz” o della necessità di ricordare tali abomini.

Quante volte Cozzi ha parlato alla manifestazione in ricordo di Mauro Venegoni a Cassano Magnago.  Ricordo un ottobre in cui dal palco disse che “Mauro era uno con i coglioni!”.

 Il linguaggio dell'ex- sindaco, ex-vicesindaco, ex-assessore, ex… è sempre stato colorito e pimpante.

Avrebbe dovuto dire che Mauro Venegoni era un comunista intransigente, un antifascista militante, un uomo disposto a grandi sacrifici per le sue idee. Ma tant'è! Se una persona parla come mangia, tutto ciò gli è estraneo.
Piaceva così tanto il Maurizio Cozzi da essere considerato un ottimo interlocutore in sede Anpi Legnano da Franco Landini fino ai presidenti venuti dopo. Anni fa Cozzi addirittura aveva la tessera dell'Anpi Legnano. Forse ancora oggi. Certo, non potrà più rinnovarla.

Fratus. Da quando è diventato sindaco ha parlato alla manifestazione in Tosi in ricordo dei deportati a Mauthausen, ha parlato il 25 Aprile '18 e '19 in Piazza San Magno, il Primo Maggio; più volte ha parlato agli studenti legnanesi come recentemente è accaduto in relazione a un concorso promosso dall'Anpi Legnano.

Avrebbe potuto, Fratus, addirittura essere con me ad Auschwitz una ventina di giorni fa in occasione di un viaggio promosso dall'A. C. di Legnano. Lui non c'era, c'era invece un assessore.

Chissà, se Fratus fosse stato ad Auschwitz il suo sarebbe stato forse il primo caso in Italia di un sindaco che va ad Auschwitz con studenti e docenti, parla con tono triste di “quei tristi fatti” e poi arrivato alla Malpensa viene arrestato!

“La Resistenza e la Liberazione restituirono piena dignità all’Italia, dimostrarono al mondo e agli stessi italiani che le coscienze non si erano sopite, che l’aspirazione alla libertà non era stata soffocata e che valori fondamentali erano ancora vivi e condivisi”. (G. Fratus, 25 aprile '19, Piazza San Magno)

Il sindaco leghista -partigiano per un'ora-  parla con alti accenti di nobili ideali e poi – dimessa la fascia tricolore – di nomine pilotate, di dimissioni forzate, di pacchetti voti da comprare, di elezioni da vincere a tutti i costi, di … politica così come viene fatta oggi in Italia.

Come è possibile? Si rendono conto Cozzi e Fratus che parlano contemporaneamente due linguaggi completamente diversi (Memoria e “affari”)? Capiscono che i loro discorsi sono patologicamente in corto circuito? Che corruzione non fa rima con costruzione (della Memoria)?

Forse no. Probabilmente era per loro normale “onorare” la morte di un partigiano e appena finito intrallazzare di poltrone e municipalizzate. Se così è il quadro è del tutto sconfortante.

Che fare a questo punto? Proporre un decreto prefettizio per cui i politici siano tenuti lontani da manifestazioni come quelle ricordate sopra? Comminare i “domiciliari” a tutti i politici per evitare di vederli comparire – tricolorati – pronti al solito profluvio di frasi gonfie di retorica?

Sarebbe bello ma non credo possibile.

A questo punto però chiediamoci: che cosa ascoltiamo ogni volta che ci capita di stare in piazza per onorare importanti memorie?

Una battuta per ridere insieme.

Anni fa al Leone da Perego si tenne l'inaugurazione di una mostra dedicata a Zoran Music, pittore sloveno deportato a Dachau. Ero presente anch'io perché mi occupo anche di queste tematiche.

Cozzi quel giorno era assessore alla Cultura nel governo Vitali.

Così esordì davanti a una platea composta prevalentemente da signori e signore di una certa età.

“I discorsi sono come le minigonne: più corti sono meglio è!”. Gelo in sala ma non per il Cozzi che imperterrito continuò come se nulla fosse.

Verrebbe da pensare che ora i discorsi li dovrà fare lunghi – lunghi come un burca – se vorrà uscire pulito.

G. Restelli


(m. tajè)In redazione la lettera del professore è stata oggetto di una attenta analisi e di una prolungata discussione. Mi assumo la responsabilità di non censurarla nel nome di quella libertà di pensiero che fa parte della nostra democrazia, ma… ma tutti noi ci dissociamo dal suo contenuto.
Gianbattista Fratus e Maurizio Cozzi sono cittadini in attesa di giudizio. Compete solo alla Magistratura assolverli oppure condannarli. Qui, e non solo qui, appaiono già nella veste di condannati per loschi affari e corruzione.

Gianbattista Fratus e Maurizio Cozzi meritano comunque rispetto e ogni valutazione dovrebbe far riferimento solo ai fatti loro contestati, ma ricordiamoci che devono essere ancora accertati in maniera chiara e definitiva.

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